Bicocca, più aiuti agli studenti e c’è il medico d’ateneo

Iannantuoni: "Nel mondo post-Covid divari economici, sociali e di genere. Nessuno deve essere tagliato fuori"

Giovanna Iannantuoni

Giovanna Iannantuoni

Milano, 15 agosto 2020 - In 1.960 si dovevano laureare a marzo, in piena pandemia: si sono laureati tutti. Non abbiamo perso un’ora di lezione e abbiamo spinto al massimo sulla ricerca. Adesso però siamo pronti a rientrate in ateneo, con le cautele del caso». Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’università Bicocca, mostra il piano. Come si riparte a settembre? «Nell’incertezza della situazione, siamo pronti a fronteggiare e a rispondere con flessibilità ai diversi scenari che si presenteranno. Se ci sarà un nuovo disastro - e speriamo tutti di no - torneremo alla didattica a distanza al 100%; quando ci sarà assenza di Covid-19 torneremo ad assembrarci, e non vedo l’ora. Nel frattempo ripartiamo per il 50% con lezioni in presenza. In tutte le aule abbiamo lo streaming live: si potrà intervenire in diretta anche da casa». Ci sarà un sistema di prenotazione? «Sì, attraverso un’app che abbiamo già usato per i posti in mensa e che useremo per la biblioteca. Per le lezioni daremo però noi un piano agli studenti, indicando quali seguire in presenza e quali da remoto. Lo abbiamo modulato a seconda dei corsi di studio. E garantiremo sempre l’accesso ai laboratori in sicurezza, con mascherine Fpp2. I laboratori non hanno mai chiuso. Anzi, in questi mesi di lavoro intensissimo abbiamo sempre mantenutola nostra ricerca al massimo». Studentati a capienza ridotta ma confermati? «Abbiamo sempre tenuto aperte le nostre residenze e continueremo a farlo. È stata una spesa notevole per l’ateneo ma doverosa: consegnavamo noi anche i pasti, chiusi ermeticamente, e il nostro medico si è preso cura dei casi di Covid - per fortuna pochi - che ci sono stati».  Più voci chiedono di reintrodurre la figura del medico scolastico. E voi lo avete già? «Sì, e forse siamo gli unici ad avere mantenuto il medico di ateneo: il nostro super dottor Michele Riva è pronto ad aiutarci nella riapertura. Per noi è un presidio e una risorsa importantissima per la sicurezza, che stiamo potenziando. Abbiamo sale a disposizione anche per gli elettrocardiogrammi e le visite. In questi mesi abbiamo avviato un progetto di ricerca epidemiologica nostra che ha dato molta serenità alla comunità: abbiamo eseguito più di duemila test sierologici e tamponi, con la Multimedica».  Investimenti extra, in epoca Covid? «Per gli studenti abbiamo approvato un piano da 8 milioni di euro. Nel mondo post Covid il gap economico, sociale e il gender gap saranno ancora maggiori rispetto al mondo che ci lasciamo alle spalle e non possiamo nasconderlo. Per i fuorisede abbiamo previsto una borsa di studio una tantum da 150 a 500 euro a seconda dell’Isee. E abbiamo 3.300 ragazzi che devono poter usufruire del diritto allo studio: abbiamo scritto una lettera ad ognuno di loro, vogliamo dare un segnale tangibile, non devono essere tagliati fuori per condizioni drammatiche. Ai nostri 36mila iscritti da settembre distribuiremo una sim-dati per evitare che per linee ballerine o sovraccariche qualcuno resti indietro: e su questo abbiamo investito due milioni. Alle matricole daremo anche un buono per l’acquisto di computer o tablet e, proprio pensando a loro, abbiamo raddoppiato i tutor».

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