Bibi Santi e la faida tra rapper: l'ex di Simba La Rue è pericolosa e resta in carcere

Per il giudice Barbara Boscali può commettere ancora reati. La trappola a Simba La Rue, i contatti con Baby Gang e la falsa pista

Barbara Boscali, in arte BiBi Santi 91, è in carcere per tentato omicidio

Barbara Boscali, in arte BiBi Santi 91, è in carcere per tentato omicidio

Milano, 16 ottobre 2022 - Non è bastata la confessione. E neppure il pentimento per le dritte inviate via smartphone agli aggressori prima della spedizione punitiva: "Volevo solo che venisse umiliato un po’, visto che mi continuava a umiliare, ma non avrei mai pensato che lo avrebbero accoltellato: a Samir infatti dicevo “Vediamo se anche con gli uomini fa il figo come con me...”".

Il gip Lucia Graziosi ne ha sì tenuto conto, ma ha deciso comunque di respingere la richiesta di domiciliari avanzata dall’avvocato di Barbara Boscali, in carcere dal 7 ottobre per il tentato omicidio del trapper Mohamed Lamine Said alias Simba La Rue, avvenuto a Treviolo il 16 giugno. Per il giudice, il pericolo di reiterazione del reato resta "immutato" ed "elevato"; e di conseguenza il carcere rimane "l’unica misura idonea" ad arginarne la pericolosità. Trentunenne bergamasca, i suoi follower la seguono col nickname di "Bibi Santi 91": attivissima su TikTok, deve la sua popolarità soprattutto alle performance hard su Only Fans. E proprio con alcuni sfoghi social, nei mesi scorsi, Boscali aveva accusato La Rue di averla picchiata, mostrando a favor di smartphone i presunti lividi.

Parte tutto da lì, nella sua versione dei fatti. Dal desiderio di vendetta maturato nel tempo. Dalla voglia di ripagare il compagno violento con la stessa moneta, mettendolo nelle mani di chi voleva punirlo almeno quanto lei. Vale a dire "quelli di Padova", il gruppo rivale di Baby Touché, sequestrato proprio da Simba la sera del 9 giugno, schiaffeggiato e sbeffeggiato in diretta e rilasciato dopo due ore a Calolziocorte. La mattina dopo quel rapimento-lampo, confesserà poi ai carabinieri, Bibi Santi contatta via Instagram Samir Benskir, il pugile amico di Touché detto Baby Samir, e gli scrive: "Ho tutto ciò che ti può servire".

Prende forma in quel momento il piano contro Simba, che viene aggredito una settimana dopo sotto casa della Boscali. I due sono in macchina, sulla Mercedes del trapper: qualcuno apre all’improvviso la portiera anteriore sinistra e inizia a colpire il ventenne tunisino. Dieci le coltellate che quasi lo ammazzano: ha ferite a volto, torace, collo e gamba. Chi è stato? I sospetti degli amici di Simba, a cominciare dal trapper Zaccaria Mouhib alias Baby Gang, si concentrano subito sulla donna: è stata lei, secondo loro, a favorire l’imboscata della banda avversaria.

Lei inizialmente nega con tutte le forze, sia con Simba sia con Baby Gang: si dice stufa delle accuse e suggerisce al fidanzato la pista volutamente fuorviante che porta a un fantomatico pedinamento. I due, però, non le credono e continuano a incalzarla: Baby Gang, in particolare, cerca di spingerla a confessare tutto, anche perché, così pare emergere dalle intercettazioni, vuole evitare che l’amico si faccia strane idee su altre persone molto note di quel mondo. La giornata più concitata è quella del 21 giugno: Boscali chiede a Baby Gang di incontrarsi nel parcheggio di un supermercato, in viale Jenner a Milano, per raccontargli cos’è successo; l’altro accetta, ma consiglia alla trentunenne di non parlarne con Simba. Lei, però, fa di testa sua e chiama il fidanzato per l’ennesima volta. Gli dice la verità? No, accusa un altro trapper che in realtà non c’entra nulla. La sera stessa, i due si incontrano: lui è furibondo, gli spacca lo specchietto retrovisore dell’auto. Il confronto prosegue al telefono, fin quando Boscali cede: "Mi voglio costituire".

 

 

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