Ruby Ter, difesa Karima: "Sua testimonianza fu coerente"

Gli avvocati della giovane hanno posto il problema dell'utilizzabilita' dei messaggi whatsapp e messenger che sono stati sequestrati dagli inquirenti sostenendo che invece questo tipo di messaggistica andrebbe acquisita tramite intercettazioni e non con dei sequestri FOTO - "Ruby Rubacuori" / Le "Olgettine"

Ruby e Berlusconi

Ruby e Berlusconi

Milano, 27 maggio 2016 - Fu "corente" la testimonianza resa da Karima El Mahorugh, meglio nota come Ruby, nel processo a carico di Emilio Fede, Nicole Minetti e Lele Mora. Lo hanno dichiarato nei loro interventi difensivi davanti al gup Anna Laura Marchiondelli, gli avvocati Jacopo Pensa e Paola Boccardo nell'udienza preliminare per il caso cosiddetto 'Ruby ter' a carico della ragazza marocchina, di Silvio Berlusconi e di un'altra ventina di persone accusate, a vario titolo, di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza. "Ruby fu una teste attendibile e assolutamente coerente - hanno detto i difensori - ha cercato di rettificare le 'cavolate', come lei stessa le defini', dette agli inquirenti durante le indagini preliminari". 

Per il procuratore Pietro Forno e per i pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio, invece Berlusconi avrebbe pagato 5 milioni di euro per la reticenza di Ruby. "Ma il capo d'imputazione per noi e' indeterminato e non ci consente di difenderci adeguatamente - hanno spiegato i difensori - quei cinque milioni sono una somma fantasiosa che non si capisce da dove venga". La difesa di Ruby ha posto poi il problema dell'utilizzabilita' dei messaggi whatsapp e messenger che sono stati sequestrati dagli inquirenti sostenendo che invece questo tipo di messaggistica andrebbe acquisita tramite intercettazioni e non con dei sequestri. L'avvocato Pensa ha poi scherzato sulla qualifica di 'pubblico ufficiale' attribuita dalla legge alle 'olegettine' in quanto testimoni.

"La legge le tratta come tali - ha detto - ma qualcuno gli ha spiegato che erano dei pubblici ufficiali quando si sono sedute davanti ai giudici?". Stamane ha parlato anche l'avvocato Maria Manuela Mascalchi per le gemelle Imma ed Eleonora De Vivo affermando che "non c'e' prova che siano state pagate per dire il falso" e ha insistito sulla differenza tra "diritto penale e morale". Inoltre, ha sottolineato che le ragazze "venivano pagate gia' molto tempo prima che iniziasse il processo Ruby". La prossima udienza e' in programma il 20 giugno.

Fonte Agi

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