Berlusconi premier contro Pisapia: cancellata la maxi sanzione al Tg1

Il 20 maggio 2011 l’allora presidente del Consiglio (e capolista del Pdl) fu intervistato nell’edizione delle 20 "Milano non sarà la Stalingrado d’Italia". Scattò la multa alla Rai da 258mila euro, ora annullata dai giudici

Un frame dell’intervista a Silvio Berlusconi andata in onda il 20 maggio 2011 sul Tg1

Un frame dell’intervista a Silvio Berlusconi andata in onda il 20 maggio 2011 sul Tg1

di Nicola Palma

Il Consiglio di Stato ha cancellato la maxi sanzione da 258mila euro comminata nel 2011 alla Rai per l’intervista dell’allora premier Silvio Berlusconi sui ballottaggi delle Comunali a Milano e Napoli. Per chi non lo ricordi, quel giorno il presidente del Consiglio (nonché leader del Popolo della Libertà e capolista all’ombra della Madonnina) rilasciò un’intervista di 3 minuti e 3 secondi nell’edizione delle 20 del Tg1 (simile a quelle andate in onda la stessa sera anche su Tg2, Tg4, Tg5 e Studio Aperto) in vista del secondo turno delle elezioni amministrative, che di lì a dieci giorni avrebbe portato alla vittoria di Giuliano Pisapia sulla sfidante del centrodestra Letizia Moratti.

"Io credo che i miei concittadini milanesi vogliano una Milano abbastanza diversa da quella che preconizza la sinistra estrema e che, leggendo anche il suo programma, sembrerebbe voler far diventare Milano la Stalingrado d’Italia – l’incipit dell’intervento –. Noi impediremo che l’estrema sinistra vinca, spiegando ai milanesi che cosa sarebbe costretto a fare un sindaco sostenuto dalle componenti della sinistra più estrema, dei centri sociali, che lo costringerebbero ad attuare un programma illiberale: quello che prevede più tasse per tutti, con la revisione del Catasto, l’estensione dell’Ecopass che il sindaco Moratti ha giustamente abolito per i milanesi, l’introduzione di una tariffa minima di 5 euro per tutti gli automobilisti, la costruzione di un grande centro islamico, il voto agli immigrati per le consultazioni comunali, il blocco degli sgomberi dei rom e addirittura il diritto per gli zingari di farsi una baracca dove meglio credono. Nel nostro programma, invece, ci sono cento programmi concreti per fare Milano ancora più bella e più vivibile, per farne una grande metropoli proiettata nel futuro, con meno tasse per tutti, con servizi pubblici d’eccellenza senza rincari delle tariffe com’è stato finora, due nuove linee di metropolitana i cui lavori sono in corso, il raddoppio dell’assistenza a domicilio per gli anziani e più attenzione per i bambini". Il giorno dopo, alcuni parlamentari presentarono un esposto all’Autorità garante per le comunicazioni per segnalare "l’eccessiva esposizione del presidente del Consiglio" e stigmatizzare "una tecnica di produzione che per le sue caratteristiche intrinseche riveste un contenuto marcatamente pubblicitario con evidenza di loghi e altri aspetti estetici che fanno apparire le interviste come videomessaggi non consentiti in campagna elettorale". In sintesi, una "palese violazione delle disposizioni di legge in materia di par condicio", senza possibilità di replica" garantita al "candidato sindaco prof. Giuliano Pisapia". A stretto giro, arrivò la stangata dell’Agcom, che, ritenendo di non poter utilizzare in maniera efficace lo strumento del "riequilibrio" con "interviste di analogo tenore dei candidati degli schieramenti opposti", deliberò a maggioranza una multa da 258mila euro alla tv di Stato solo per il Tg1 per "lesione dei principi di pluralismo, obiettività, completezza e imparzialità dell’informazione".

Quella multa è stata impugnata dalla Rai, che ha vinto sia in primo grado al Tar del Lazio che ora in Consiglio di Stato. Per i giudici, l’Authority avrebbe bruciato le tappe, comminando subito una sanzione senza prima "emanare uno specifico provvedimento-ordine di riequilibrio immediato o comunque a contenuto ripristinatorio". Di più: "Deve rimarcarsi come, anche ammessa l’effettiva impossibilità di procedere con una previa diffida o ordine di riequilibrio (la tesi sostenuta da Agcom, ndr), tale circostanza non poteva consentire, in assenza di un’adeguata base legale, l’irrogazione della sanzione pecuniaria". Conclusione: multa cancellata.

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