Milano, il sogno di Beatrice: l’Ironman negli Stati Uniti

Raccolta fondi per la ex campionessa del mondo juniores di canottaggio, ora 19 anni, che lavora da allenatrice e rider per coronare l’impresa

La sfida della 19enne Beatrice

La sfida della 19enne Beatrice

Milano - Da Milano ai mondiali di ironman a St. George, nello Utah. E per pagarsi gli allenamenti e la trasferta il suo lavoro di rider, pedalando in città con pacchi fino a sessanta chili, di allenatrice e una raccolta fondi online. È la nuova sfida della 19enne milanese Beatrice Giuliani, già “laureata“ in maglia azzurra due volte campionessa del mondo juniores di canottaggio. Nuovo sport, stessa mentalità. "Per me non conta vincere – ripete – Io voglio dare tutta me stessa".

Giuliani, dal canottaggio all’Ironman, come mai questo cambiamento? "Il Covid-19 ha segnato profondamente, come a tutti purtroppo, la mia vita. Io non ho mai gareggiato per vincere medaglie ma per arrivare cotta alla fine delle competizioni. Con l’arrivo della pandemia mi sono trovata chiusa in casa e il canottaggio non è riuscito a darmi i giusti stimoli. Mi sentivo schiacciata".

In che senso? "Continuavo a tenere alta la mia preparazione fisica con la Federazione e gli allenatori che costantemente mi chiedevano risultati, risultati e risultati. Però non hanno compreso il momento di difficoltà e non si sono preoccupati del nostro benessere psicologico ma solo della prestazione fisica".

Nostro? "Non solo l’unica ad aver mollato".

E ora l’ironman, lo sport dalle tre discipline: nuoto, ciclismo e corsa. "La qualificazione ai Mondiali è stata una sorpresa anche per me. Un mio caro amico mi propose di preparare insieme una gara di ironman a Lanzarote, un’isola delle Canarie. Io accettai subito poiché avevo bisogno di una valvola di sfogo, per me lo sport è tutto. Iniziammo ad allenarci e la sfida la preparai in vacanza: quell’estate feci da Milano a Praga e di nuovo da Milano però questa volta a Catanzaro Lido in bicicletta".

Vacanza? "Sì, pedalammo e ci divertimmo molto".

Poi arrivò il giorno della gara… "Senza esperienza negli ironman, partii malissimo con un crampo e mezza maratona ancora davanti. Però non mi fermai e malgrado il dolore arrivai in fondo. Quel giorno diedi tutto, avevo superato ogni mio limite. Ero molto soddisfatta".

Ed è riuscita a qualificarsi per i mondiali del 29 ottobre... "Sono riuscita a qualificarmi nello “slot donne“ dai 18 ai 24 anni. Davanti a una giovane campionessa che non terminò la gara. Lanzarote è una delle più dure".

Come si sta preparando? "Mi alleno ogni giorno e il lavoro di rider portando pacchi in tutta Milano mi aiuta come esercizio fisico. In questi mesi sono stata sfortunata, con un infortunio e un investimento mentre andavo in bicicletta. Ora sono in forma e spero di arrivare nel miglior modo possibile".

Ha lanciato una raccolta fondi in suo sostegno… "Il costo dell’impresa è molto alto: fare la rider e l’allenatrice di canottaggio non bastano. Alla mia richiesta di supporto hanno già risposto in tanti e sono arrivata a più di 4.500 euro raccolti tramite la piattaforma GoFundMe. Quando mi capita di non avere voglia di allenarmi penso a loro che mi hanno dato fiducia e soldi e quindi mi muovo".

Nello Utah non per vincere ma per dare il meglio… "Esatto, la possibilità di vittoria è zero. Spero di arrivare tra le prime venti. Dopo due anni chiusa in casa, questo per me è un sogno. Tutti dovremmo scoprire cosa ci offre il mondo. Ci sono tanti sport che lo permettono oltre ai soliti noti. Alle ragazze e ai ragazzi della mia età dico proprio questo: vivete, viaggiate e cercate ciò che vi piace".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro