Milano, la Bicocca sperimenta le batterie del futuro: a base di sodio/ FOTO

“Trust” al momento è l’unico progetto in Italia sostenuto dal Miur su questa tematica

Università Bicocca, dipartimento di Matematica e Scienza dei Materiali

Università Bicocca, dipartimento di Matematica e Scienza dei Materiali

Milano, 5 novembre 2019 - Dipartimento di Scienza dei Materiali, palazzina U5: nel quartier generale della Bicocca si studiano le batterie del futuro. Alle spalle ricerche che affondano le radici nella seconda metà degli anni Settanta, anche in Italia, e che hanno portato all’ultimo Nobel per la Chimica assegnato a Goodenough, Whittingham e Yoshino per quella rivoluzione “ricaricabile” alla base della diffusione dell’elettronica. All’orizzonte una nuova sfida: cercare gli eredi del litio.

“Perché anche se al momento sembra essercene relativamente in abbondanza, fra il 2025 e il 2028 la situazione potrebbe essere molto più critica - spiega Piercarlo Mustarelli, professore di Chimica Fisica alla Bicocca –. Non sono escluse tensioni geopolitiche simili a quelle scatenate dal petrolio: anche il litio non è presente in modo omogeneo, ce n’è tanto per esempio in Cile e in Argentina, mentre in Europa manca. È necessario trovare un sostituto”. Così in Bicocca si testano le potenzialità del sodio. “Che è enormemente diffuso, lo abbiamo addirittura anche in casa nel barattolo del sale di cucina – ricorda Mustarelli, coordinatore del progetto Trust, - Towards sustainable, high-performing, all-solid-state sodium-ion batteries -. Il problema è che genera un voltaggio inferiore rispetto al litio e, ovviamente, tutta la chimica della batteria va rivista, ma ci stiamo lavorando”.

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L’ateneo milanese non è solo in questa impresa: la ricerca ha già conquistato un finanziamento dell’ordine di un milione di euro dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca attraverso un bando Prin, riservato a progetti di rilevante interesse nazionale. Accanto a Bicocca, l’Università di Pavia, di Padova, il Politecnico di Torino, il centro Cnr di Padova e l’università di Reggio Calabria. Al lavoro ci sono già due-tre ricercatori strutturati per ogni gruppo, più una ventina di giovani dottorandi e assegnisti. “L’obiettivo è mettere a punto un prototipo di batteria al sodio funzionante in tre anni”, spiega Mustarelli.

“Trust” al momento è l’unico progetto in Italia sostenuto dal Miur su questa tematica. “Questi bandi sono fondamentali e danno ossigeno alla ricerca dopo anni di finanziamenti a singhiozzo”, sottolineano i pionieri della Bicocca. Gli studi sull’accumulo di energia per via elettrochimica hanno aiutato il Dipartimento di Scienza dei Materiali a conquistare anche il riconoscimento di “dipartimento di eccellenza”. In via Cozzi sono attive oggi varie linee di ricerca, coordinate dal professore Riccardo Ruffo, che stanno esplorando l’intera filiera delle batterie ricaricabili per fare fronte alle esigenze del mercato e alle più varie applicazioni, dalle auto elettriche ai dispositivi portatili. 

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