Milano, barconi sui Navigli venduti per 100 euro

Dopo tre bandi pubblici andati deserti, il Comune ha accettato l’offerta di un'azienda di Rovigo

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Sono stati rimossi nel 2018 perché abusivi e sono stati parcheggiati nel deposito Atm di Trenno. Il Comune ha provato a vederli con tre avvisi pubblici, ma senza successo. Ma finalmente, quattro anni dopo la loro rimozione dal Naviglio Pavese, una soluzione è stata trovata per i quattro barconi che per decenni sono stati dei ristoranti galleggianti in una delle vie d’acqua milanesi. Una ditta di Rovigo, il cui titolare è Matteo Zeggio, ha proposto a Palazzo Marino di acquistare in blocco i quattro barconi in ferro per 100 euro complessivi. Sì, avete letto bene: 100 euro. La ditta di Zeggio prenderà in carico anche una serie di scaffalature ormai inutilizzate dal Comune ma tuttora stipate nell’interrato del palazzo municipale di via Larga 12. Tutte le spese per il trasporto di barconi e scaffalature sarà a carico della ditta privata.

Finisce così, almeno dal punto di vista materiale – perché invece la causa tra Comune e vecchi gestori delle chiatte è ancora in corso – la storia dei barconi sui Navigli. Una svendita quasi obbligata, per Palazzo Marino, perché i tre avvisi pubblici – uno nel 2018 e due nel 2019 – si sono conclusi tutti senza offerte. Con il primo avviso era stato solo sondato il terreno senza fare prezzi, con il secondo avviso il Comune chiedeva 10 mila euro a barcone, con il terzo era sceso a 5 mila. Ma niente da fare: nessun privato si era fatto avanti. Fino allo scorso 21 marzo, quando il titolare della ditta di Rovigo ha svolto uno specifico sopralluogo per visionare barconi e scaffalature e ha deciso di avanzare un’offerta all’amministrazione: le quattro ex chiatte sui Navigli per 100 euro. Affare fatto, visti i tre buchi nell’acqua precedenti. Resta aperto, invece, come accennato sopra, il contenzioso tra Comune e vecchi proprietari dei barconi. La Giunta ha appena chiesto loro 58.588 euro "a titolo di indennità di occupazione dello spazio acqueo occupato dai barconi". Un’occupazione finita nel 2018 con la rimozione di quei ristoranti galleggianti abusivi. Ma la causa continua.

 

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