La figlia investì un uomo, i pm Boccassini e Nobili verso l'archiviazione

Nel 2018 la donna travolse in motorino un medico, morto poi in ospedale. I genitori erano accusati di aver fatto pressioni illecite sul capo dei vigili. Si attende la ratifica del gip

I rilievi della polizia locale sul luogo di un incidente stradale

I rilievi della polizia locale sul luogo di un incidente stradale

Milano - Va verso l’archiviazione l’inchiesta della Procura di Brescia che vede indagati il comandante della polizia locale di Milano Marco Ciacci (fresco di proroga fino al 31 dicembre), il magistrato Alberto Nobili e l’ex magistrato Ilda Boccassini. L’indagine per abuso d’ufficio è stata resa nota ieri mattina dall’ex capo dei ghisa Antonio Barbato, candidato alle Comunali nelle liste della Lega, che in un comunicato stampa ha fatto sapere di essere stato "sentito come teste nell’aprile 2021" ma di aver tenuto "la notizia riservata affinché gli investigatori potessero procedere agli accertamenti".

L’apertura del fascicolo, a seguito di una denuncia presentata dallo stesso Barbato, è legata all’incidente stradale che ha coinvolto la figlia dei due magistrati, che il 3 ottobre 2018 investì in motorino in viale Montenero il medico Luca Voltolin, poi deceduto in ospedale per i traumi riportati nell’impatto. La vicenda processuale si è chiusa con un patteggiamento a 9 mesi per omicidio colposo, con risarcimento del danno ai familiari di Voltolin. Le accuse di Barbato si sono concentrate sull’intervento sul posto del numero uno di piazza Beccaria (all’epoca in carica da poco più di un anno dopo una lunga esperienza come responsabile della polizia giudiziaria della Procura) e sul fatto che la donna alla guida dello scooter non sia stata sottoposta ai test sull’assunzione di alcol o stupefacenti. Accuse che si sono tradotte in una denuncia per abuso d’ufficio, approfondita di pm di Brescia, competenti sugli eventuali reati commessi da magistrati della Procura di Milano. Tuttavia, al termine dell’indagine, stando a quanto risulta al Giorno, il magistrato Antonio Bassolino ha chiesto l’archiviazione del procedimento (dettaglio di cui non c’è cenno nel comunicato di Barbato), visto che non sono stati ravvisati comportamenti illegali né da parte di Ciacci né da parte dei genitori della donna. La decisione del giudice dovrebbe arrivare nei prossimi giorni.

Perché l’ex comandante dei vigili ha deciso di parlare proprio adesso? Perché, sostiene lui, domani inizierà il processo che lo vede alla sbarra a Milano per falso e frode in pubbliche forniture. Un processo che, prosegue l’imputato, sarebbe scaturito "da un’azione intesa a danneggiare ancora una volta la mia reputazione". Va ricordato che Barbato fu costretto a dare le dimissioni da capo dei ghisa nell’estate 2017 dopo la bufera scatenata da alcune intercettazioni della Dda.

 

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