Milano, Bar Boon Band: "La musica, il nostro riscatto"

Clochard diventano artisti fra vita dura e poesia

Bar Boon Band, il gruppo composto da senzatetto, migranti ed ex detenuti (NewPress)

Bar Boon Band, il gruppo composto da senzatetto, migranti ed ex detenuti (NewPress)

Milano, 3 aprile 2018 - Buone vibrazioni di rock e blues si ascoltano in un tunnel della Stazione Centrale, Sottopasso Mortirolo. Dove ha sede il Servizio Sos, centro di aiuto per emarginati voluto da don Antonio Mazzi, una volta al mese diventa protagonista la Bar Boon Band, «ensemble» unica che amalgama senzatetto, migranti ed ex detenuti. Il loro prossimo concerto è per i primi di maggio, l’ultimo risale al 24 marzo, per la «sentitissima» Festa della Primavera: «Nessuno più di chi non possiede una casa può apprezzare l’arrivo di una stagione più temperata», spiega Maurizio Rotaris, responsabile del Servizio Sos da 30 anni e direttore artistico della band, oltre che chitarrista. «Il progetto è nato nel 1995 come puro intrattenimento. Nel corso degli anni, ha assunto una finalità ulteriore. Suonare significa sentire meno, per qualche ora, il disagio di vivere ai margini della società. La musica e la poesia sono una forma di elevazione sulla materialità brutta della sopravvivenza».

In oltre  20 anni di storia la formazione è cambiata più volte, con oltre 50 musicisti: «Il turnover è legato alle necessità della vita. Per un certo periodo ha suonato con noi una pianista russa che suonava i brani di George Gershwin ad occhi chiusi. Ma ha dovuto smettere quando ha trovato un lavoro come badante. Molti però dei nostri collaboratori sono diventati musicisti di strada come Simeon Monov, il batterista». Oltre ad aver pubblicato cinque cd con pezzi propri, il gruppo pesca a piene mani nel repertorio anni ’60 e ’70, proponendo cover riuscite di Bob Dylan e Pink Floyd. Fra gli special guest ci sono stati Enrico Ruggeri, Vinicio Capossella e Gigi Cifarelli. Massimo Fanelli, nel 2015, ha realizzato un documentario sulla loro vicenda. L’attuale formazione tiene insieme, oltre a Rotaris, anime che vengono da lontano. Come Omar Alpha Baldè, 39 anni e originario della Guinea, chitarrista che in Africa ha tenuto concerti ovunque. Lui ha fatto entrare nella band Anthony Auyub, 30enne della Tanzania, cantante che si alterna sul palco con Alma Quartieri: «Sono venuto in Italia per amore, seguendo la mia ragazza italiana. Un giorno, dopo il lavoro, mi ero messo a cantare al Parco Sempione un pezzo di hip hop blues. Anthony ha sentito la mia voce e mi ha fatto conoscere il gruppo. Appena ho ascoltato il loro repertorio ho sentito vibrare la mia anima. Insieme si crea un’energia pazzesca» dice. L’ultimo ad aggiungersi al gruppo è Simone Allesina, volontario di Sos e chitarrista, da settembre dell’anno scorso: «Facciamo le prove il martedì. Chi ci ascolta ai nostri concerti non è mai indifferente». *

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