Bando moschee, i petroldollari non bastano

Entro febbraio via alla gara per via Esterle e via Marignano. Scavuzzo: attenti ai maxi-finanziamenti. La Lega: via Padova quartiere-ghetto

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di Massimiliano Mingoia

Nuove luoghi di culto, il Comune va avanti. Entro febbraio l’amministrazione lancerà il bando per l’assegnazione per 30 anni del diritto di superficie degli ex bagni pubblici di via Esterle (zona via Padova) e del terreno di via Marignano (ai confini tra Milano e San Donato milanese), entrambi di proprietà municipale. Parliamo di potenziali nuove moschee (l’interesse della comunità islamica milanese per la struttura di via Esterle è noto), ma non solo, la procedura comunale è aperta a tutte le religioni. La gara prevede una base d’asta di 480.162 euro per gli ex bagni pubblici e di 394.972 per il terreno alla periferia sud-est della città. Attenzione, però: i soldi offerti conteranno meno del progetto presentato. Per la precisione – spiegano a Palazzo Marino – l’aggiudicazione avverrà sulla base di un’offerta tecnica a cui sarà assegnato un punteggio massimo di 90 punti e di un’offerta economica a cui sarà assegnato un punteggio massimo di 10 punti.

Il motivo è semplice: il Comune vuole evitare che gli ex bagni di via Esterle e il terreno di via Marignano finiscano nelle mani di comunità religiose – in particolare islamiche, in alcuni casi con un approccio radicale al culto di Allah – finanziate da Stati esteri ricchi di petroldolladi da investire per realizzare moschee negli Stati occidentali. È la vicesindaco con delega ai Rapporti con le comunità religiose Anna Scavuzzo a spiegare nei dettagli il bando sui luoghi di culto durante la commissione congiunta Rigenerazione urbana-Istruzione del Comune: "Il tema economico non dev’essere una discriminante per l’esercizio del culto. Non pregano solo quelli che hanno qualcuno che finanzia in maniera importante un luogo di culto. Devono poter pregare tutti, evidentemente rispettando gli impegni che quella comunità si assumerà vincendo la concessione o partecipando al bando. Questa è un’indicazione molto chiara che è emersa nel dialogo con il Consiglio comunale, che ha espresso preoccupazione per alcuni finanziamenti che avrebbero potuto orientare le scelte". In particolare, nel mirino dell’assemblea di Palazzo Marino era finita l’associazione islamica Milli Gorus, sotto stretta osservazione in tutta Europa perché accusata di estremismo. La vicesindaco, intanto, aggiunge: "Noi abbiamo cercato un equilibrio rispetto a quanto previsto dalla legge, perché non possiamo neanche svendere il patrimonio pubblico per promuovere le attività religiose. Non possiamo finire davanti alla Corte dei Conti perché svendiamo il diritto di superficie di proprietà comunale".

Il bando della Giunta per i due nuovi luoghi di culto divide il centrodestra. Sì, perché il capogruppo di FI Alessandro De Chirico si dice "a favore di questa gara. è fondamentale dare spazi a chi professa una religione. Bisogna dare dignità a tutti, basta con scantinati e tendoni. Ma con sermoni in italiano e registro degli imam". La Lega, invece, va all’attacco. Silvia Sardone scommette che "gli ex bagni di via Esterle diventeranno una moschea" e che quel luogo di culto islamico trasformerà il quartiere di via Padova in una Molenbeek 2 (la consigliera lumbard si riferisce al quartiere di Bruxelles in cui vivevano alcuni terroristi jihadisti, ndr). In via Arquà, via Clitumno e via Chavez la situazione è già critica". Un altro leghista, Samuele Piscina, rincara la dose: "Con una moschea in via Esterle il sindaco Sala vuole creare un quartiere-ghetto. Invece bisogna chiudere le moschee abusive". La pensa diversamente il consigliere del Pd Daniele Nahum: "Non è vero che in via Padova nascherà una nuova Molenbeek. Basta con la demagogia. Bisogna aprire un tavolo di confronto con le comunità religiose".

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