Banche on-line in Italia crescita al rallentatore

Ruben

Razzante*

innovazione tecnologica nell’ambito bancario e finanziario procede a passo spedito anche in Italia. Tuttavia il nostro Paese è ancora al di sotto della media europea per quanto riguarda l’utilizzo dei servizi bancari on-line. Lo documenta il Rapporto dell’Area Studi Mediobanca sulle challenger bank, banche piccole e nate da poco, che puntano su tecnologie innovative per competere con le banche tradizionali, operando esclusivamente senza filiali fisiche e quindi solo via web o tramite app. Solo il 45% degli italiani adulti è fruitore di servizi on-line contro il 58% della media europea e il 90% dei Paesi del Nord del continente (Norvegia, Danimarca, Finlandia). È in corso, a livello continentale, una profonda ristrutturazione dei modelli distributivi da parte delle banche tradizionali, che hanno vissuto un calo di ricavi e margini, dipeso soprattutto dall’appiattimento dei tassi, dalle incertezze dei mercati internazionali e dalle nuove vincolanti regolamentazioni. Infatti ci sono 96 realtà bancarie europee interamente digitali. Di queste, 12 sono italiane. Dal punto di vista numerico, l’Italia è al secondo posto dopo il Regno Unito, che vanta un numero di challenger banks pari a 37. Tuttavia, come detto, l’utenza on-line nel nostro Paese è ancora relativamente bassa. Gli operatori italiani appaiono di dimensioni minori rispetto agli altri e presentano valori inferiori alla media per ricavi e totale attivo. Eppure, come si legge nel Rapporto, questi istituti digitali sono concentrati "sull’innovazione di prodotto e con costi di funzionamento e dimensioni inferiori rispetto alle banche tradizionali. Grazie alla forte connotazione tecnologica, all’assenza di filiali fisiche e a una dotazione di personale molto contenuta possono applicare alla propria clientela costi inferiori, con pacchetti base spesso gratuiti che attraggono soprattutto i millennials".

* Docente di Diritto

dell’informazione

all’Università Cattolica