Bimbo ucciso, il procuratore Cascone: "Nessuno ci ha segnalato Mehmed"

"Facile puntare il dito ora, ma dov’è chi ha visto e sentito?"

Polizia davanti alo stabile di via Ricciarelli 22 (Newpress)

Polizia davanti alo stabile di via Ricciarelli 22 (Newpress)

Milano, 26 maggio 2019 - Picchiato e ucciso dal papà. Il corpicino pieno di lividi, le bruciature sui piedini. La tragedia di Mehmed, che aveva 2 anni e 5 mesi, ha sconvolto la città. Tanti si domandano come sia possibile che nessuno abbia visto né sentito, che nessuno abbia segnalato. E sono tanti i Mehmed che si vedono scorrazzare da soli nei cortili delle case popolari. Nel quartiere San Siro, in questi giorni, li si notava correre scalzi sui marciapiedi, arrampicarsi sulle auto in sosta, giocare a pallone a ridosso delle strade e in balìa delle auto. Senza la supervisione di adulti. «Non vai a scuola?», la domanda rivolta a uno di loro mercoledì mattina, il giorno della disgrazia. «Lo iscrivo a settembre», la pronta risposta della mamma che in questo caso era accanto a lui. I caseggiati di via Ricciarelli 20, 22 (dove abitava il piccolo Mehmed) e 24 sono messi in ginocchio dalle occupazioni abusive. Un alloggio su tre è invaso senza titolo. Nell’ultimo censimento, alla fine del 2018, solo in questi tre caseggiati gli occupanti ammontavano a 232 adulti e 118 bambini, originari soprattutto di Romania, Senegal ed Egitto. Piccoli «fantasmi». Invisibili. Che si può fare per loro? Lo chiediamo a Ciro Cascone, procuratore capo presso il Tribunale per i minorenni di Milano.

Era a conoscenza della storia di Mehmed?

«Per noi Mehmed era uno sconosciuto, ho verificato. Non ci è mai arrivata nessuna segnalazione sulla situazione di questa famiglia».

Un cittadino della zona ha presentato una denuncia in Procura, attaccando sia il Comune che il Tribunale per i minorenni, che a suo dire non hanno agito per tempo. Cosa risponde?

«È facile puntare il dito dopo, il problema è che prima nessuno ci segnala mai niente. Quando riceviamo segnalazioni, mandiamo sempre qualcuno a verificare. Ma se non c’è nessuno che ci informa, non possiamo sapere. Riceviamo 7mila segnalazioni all’anno, che riguardano il Distretto di Corte d’Appello di 8 province lombarde: alcune vengono subito archiviate; sulle altre, la maggior parte, effettuiamo sempre accertamenti per stabilire il da farsi».

C’è qualcuno che ha colpa?

«Non accuso nessuno, ma dopo è facile parlare. Dopo, ripeto, sono tutti bravi a puntare l’indice. Sicuramente le istituzioni possono e devono fare di più, ma anche chi sta intorno, chi vede e sente. Tutti avrebbero potuto salvare questo bambino».

Come intervenire per aiutare gli altri Mehmed?

«Servono risorse, investimenti. Se non si curano veramente, questi bambini non potranno mai crescere bene. Non posso dire io chi dovrebbe stanziarle, io faccio il giudice. Il discorso è ampio, non c’è una risposta da quiz da dare così, in due parole. Ma di sicuro occorre lavorare in sinergia, ciascuno per la sua parte».

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