Rozzano, bimba morta per meningite: "Casi nella norma, vaccinazione come prevenzione"

Galli (Simit): "Trascurare le vaccinazioni amtimeningococciche perché non obbligatorie è sbagliato e porta a escludere i propri figli dal miglior strumento di prevenzione disponibile"

Meningite (foto Germogli)

Meningite (foto Germogli)

Milano, 4 novembre 2017 - Il caso di meningite fulminante che ha colpito ieri una bambina di sei anni a Rozzano "è purtroppo, dal punto di vista epidemiologico, un evento atteso, che riproduce una situazione tipica di questo periodo dell'anno. La meningite tende infatti a presentarsi più frequentemente dall'autunno alla primavera. Non vi sono segnali, al momento, di variazioni nella situazione epidemiologica che possano far pensare a uno stato di pericolo o giustificare allarmismi".

Così il professore Massimo Galli, Presidente Simit (società italiana malattie infettive e tropicali). "L'assenza di informazioni sullo stato vaccinale della bambina colpita non consente di anticipare valutazioni specifiche - sottolinea - . Tuttavia, la mancata inclusione delle vaccinazioni contro i meningococchi tra le vaccinazioni obbligatorie può essere stata causa di equivoci o sottovalutazione della loro importanza". "Trascurare le vaccinazioni amtimeningococciche - osserva - perché non obbligatorie è sbagliato e porta a escludere i propri figli dal miglior strumento di prevenzione disponibile contro la meningite".

Le vaccinazioni contro il meningococco sono "fortemente raccomandate ed offerte gratuitamente a tutti i nuovi nati: quella contro il meningococco B a partire dal terzo mese di vita, la anti-meningococco C o la quadrivalente contro i meningococchi A, C, W135 e Y al 13 mese. La copertura vaccinale per il meningococco C in Italia nei nati del 2014 e' stata dell'80,67%, con importanti variazioni nelle diverse Regioni" conclude Galli. 

 

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