Bambina morta di stenti a Milano: due ore di interrogatorio per la madre

L'accusa nei confronti di Alessia Pifferi è di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla premeditazione

Milano, 22 luglio 2022 - E' durato circa due ore l'interrogatorio di convalida del fermo di Alessia Pifferi, accusata di aver lasciato morire di stenti la figlia di 16 mesi nel loro appartamento di Milano. L'interrogatorio si è tenuto nel carcere di San Vittore di Milano, alla presenza del gip Fabrizio Filice e dell'avvocato della donna, Raffaella Brambilla. Al termine, il legale non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Alessia Pifferi, 37 anni, è stata fermata con l'accusa di omicidio volontario pluriaggravato dai futili motivi e premeditazione.

La tragedia

Secondo quanto ricostruito dal pm Francesco De Tommasi, la piccola Diana sarebbe stata lasciata sola dalla madre all'interno della loro abitazione in via Parea, nella periferia est di Milano, nella culla per sette giorni consecutivi, senza assistenza, senza generi alimentari sufficienti e in condizioni di pericolo. Tanto da morire per stenti e per mancanza di accudimento. La donna, Alessia Pifferi, sarebbe partita per Leffe per raggiungere il suo attuale compagno, al quale avrebbe detto che la piccina era al mare con sua sorella (con la quale, però, secondo quanto emerso in seguito, non parlerebbe da circa due mesi). Quando, poi, nei giorni scorsi ha accompagnato il fidanzato a Milano per lavoro, la mamma non ha nemmeno messo piede in casa. Si sarebbe comportata come se la piccola non fosse esistita. Aggiungendo che già altre volte, specialmente nei weekend, l’aveva lasciata da sola e la bimba era sopravvissuta. Pensava forse di trovarla viva anche mercoledì. Ma così non è stato: alle 7 ha scoperto il corpicino senza vita. Poi ha bussato a una vicina, a quanto pare piangendo a dirotto. E la vicina ha chiamato i soccorsi. Erano già le 11.15. Per la piccola era troppo tardi. Stando ai primi rilievi era già morta da ore, forse giorni. 

La mamma: "Sapevo che sarebbe potuta andare così"

Pifferi, durante il primo interrogatorio, nella notte tra mercoledì e giovedì, non ha mai pianto, né perso il controllo ed è apparsa lucida nella ricostruzione dei fatti. "Sapevo che sarebbe potuta andare così", avrebbe detto la donna al pm. Rimanendo, però, in silenzio di fronte ad alcune domande sul suo comportamento. Il suo non sarebbe stato un gesto dettato da una situazione di degrado e di tossicodipendenza, ma pare da una volontà di disinteressarsi della bambina, che sarebbe stata il frutto di una relazione clandestina. Il padre? Sconosciuto. Non è nessuno degli uomini con cui la donna, separata e con un nuovo fidanzato, aveva stretto un legame negli ultimi anni. La donna ha sostenuto di non essersi resa conto di essere rimasta incinta e di aver anche partorito in casa, senza che il padre lo sapesse.

Alessia Pifferi e la casa dove è morta la piccola Diana

I vicini di casa: "Non giocava mai con la bambina"

E con la sua piccola "la mamma non giocava mai, la teneva sempre nel passeggino", ha raccontato una vicina. La donna non era seguita dai Servizi sociali del Comune e il sospetto è che non abbia mai neppure portato la piccola dal pediatra. Chi conosce Alessia Pifferi parla di "una metamorfosi", cominciata dopo la separazione dal primo compagno. "Prima Alessia era sciatta. Poi ha cambiato stile, vestendosi elegante e mostrandosi sui social". I cittadini del quartiere descrivono Diana come "una bambina poco sviluppata per la sua età. Nessuno l’ha mai vista camminare". E nei giorni scorsi, a quanto pare, nessuno dei vicini l’ha sentita piangere. Bisognerà capire se la piccola sia stata ’addormentata’ con il tranquillante che la polizia ha trovato e sequestrato (la mamma ha riferito che non fosse suo, ma di un conoscente): elemento che emergerà solo dopo l’autopsia e l’analisi del latte rimasto nel biberon.

La casa dove è morta la piccola Diana

La fiaccolata

Dopo la tragedia, Milano ha scelto di stringersi attorno alla bambina. Diana sarà ricordata stasera, alle 21, con una fiaccolata che partirà da via Parea, zona Ponte Lambro, e si sposterà per le vie del quartiere. L'iniziativa è nata da un'idea degli stessi abitanti della zona che già da ieri, dopo aver appreso la notizia, hanno riempito il cancello esterno dell'abitazione con palloncini, peluche e messaggi d'amore. 

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