Milano, nuovo regolamento Aler: la badante "fa reddito" e l’affitto rincara

Le nuove regole rischiano di penalizzare chi necessita di assistenti

La 50enne è stata portata al "Bassone" di Como (foto repertorio)

La 50enne è stata portata al "Bassone" di Como (foto repertorio)

Milano, 2 febbraio 2019 - Il nuovo regolamento delle assegnazioni delle case popolari gestite da Aler rischia di mettere gli inquilini più anziani e fragili davanti ad un bivio: rassegnarsi, cavarsela da soli o entrare nel mondo del sommerso. Un rischio concreto, ora che il nuovo regolamento è stato approvato in commissione regionale. L’iter, però, non è ancora concluso: da qui ad una decina di giorni toccherà alla Giunta della Regione esprimersi sul provvedimento. In attesa di eventuali modifiche parlano gli atti e il dibattito nella commissione di giovedì.

Il punto è la modifica dell’articolo 19 del regolamento. Al comma 2 si legge: «È ammessa la coabitazione di persone terze rispetto al nucleo familiare assegnatario che prestano regolare attività lavorativa di assistenza a componenti del medesimo nucleo familiare». Tradotto: all’inquilino titolare del contratto d’affitto è data la possibilità di far abitare nell’alloggio Aler badanti o altri profili che assistano persone con autosufficienza limitata. E al comma 4 si precisa: «La coabitazione non comporta inserimento ad alcun titolo nel nucleo familiare assegnatario e, pertanto, non produce effetti ai fini del subentro, del cambio dell’alloggio o della determinazione della situazione economica del medesimo nucleo familiare».

Tradotto di nuovo: la coabitazione non consente a badanti o assistenti di figurare come un componente della famiglia per la quale lavorano, quindi il reddito di tale famiglia o del singolo inquilino continuerà ad essere distinto e separato dal reddito della badante con la quale la famiglia o il singolo inquilino coabita. E l’entità del canone d’affitto dovuto ad Aler dalla famiglia o dal singolo inquilino continuerà ad essere calcolata in base al reddito della famiglia o del singolo inquilino. Tutto ovvio non fosse che il nuovo regolamento modifica il comma 4 sopprimendo proprio la precisazione relativa alle modalità di calcolo della situazione economica degli inquilini. Tradotto per la terza volta: non è più garantito che il reddito di una badante che coabita in un alloggio Aler con una famiglia o un singolo inquilino non concorra a determinare la situazione economica di quella famiglia o di quell’inquilino con conseguente aumento del canone d’affitto. Se così non fosse, se tutto è destinato a rimanere come è sempre stato, allora non si capisce perché la Regione abbia deciso di sopprimere quella parte del comma 4.

La situazione che si viene configurando leggendo quel comma così come modificato è che gli assistenti in coabitazione, pur non figurando nello stato di famiglia del nucleo per cui lavorano, ne determinano la situazione economica. Un pasticcio. In commissione regionale il Pd ha presentato un emendamento, con prima firmataria Carmela Rozza, per chiedere il ritorno al testo originale del comma 4. Ma l’emendamento è stato respinto dalla maggioranza e l’assessorato alle Politiche Abitative ha fatto sapere che quel comma è stato modificato per adeguarsi a leggi nazionali. Leggi alle quali non si ritiene di dover derogare. Da qui il bivio. L’anziano o la famiglia con persone fragili rischia di dover scegliere tra il “far da sé” e il reclutamento di assistenti in nero per evitare eventuali aumenti dell’affitto.

 

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