I baby rapinatori di orologi di lusso incastrati da foto sui social e video con i soldi

La smania di "apparire" sui social ha permesso di identificare gli autori dei colpi nel Quadrilatero della moda

Prima immagine . Ore 22.49 del 26 agosto scorso. Due ragazzini si fanno scattare una foto da turisti sotto i portici lato Galleria Vittorio Emanuele: sullo sfondo la "M" della fermata del metrò e la facciata laterale del Duomo, che nella gallery dello smartphone diventa "Catedral de Milan". Uno indossa un bomber nero con cappuccio, pantaloncini jeans e un berretto con la visiera all’indietro; l’altro ha una t-shirt nera, un maglioncino sulle spalle e un cappello da pescatore. Seconda immagine. Ore 23.15, appena 26 minuti dopo. Due ragazzini passano sotto la telecamera della boutique Bulgari di via Monte Napoleone 2. Sono vestiti allo stesso modo, con un paio di differenze: uno si è girato il cappellino, l’altro si è infilato il maglioncino.

Passano pochi secondi , e i due entrano in azione, davanti al civico 8 del boulevard per antonomasia del Quadrilatero della Moda: nel mirino finisce una turista messicana di 47 anni che sta rientrando in albergo dopo aver cenato in un ristorante; la strattonano, le afferrano il polso sinistro e le strappano l’Audemars Piguet modello Royal Oak da 20mila euro. La donna cerca di opporre resistenza, ma la coppia di baby rapinatori riesce a scappare col cronografo. Terza immagine. Ore 13 del 19 settembre. Gli agenti della sezione Falchi della Squadra mobile, coordinati dal dirigente Marco Calì, stanno perlustrando le vie del centro.

Poco meno di tre ore prima, alle 10.20, è andato in scena l’ennesimo raid dei predoni di orologi, in via dei Giardini: gli aggressori sono fuggiti con un Patek Philippe da 50mila euro. In via Manzoni, gli investigatori in borghese incrociano due giovanissimi nordafricani che attirano subito la loro attenzione perché camminano guardandosi continuamente intorno. Scatta il controllo: i sospettati mostrano dallo schermo dello smartphone documenti che li identificano come un ventenne e un ventunenne, entrambi marocchini. A quel punto, i Falchi contattano i colleghi dell’Antirapine, guidati dal funzionario Francesco Giustolisi, che stanno indagando proprio sugli ultimi assalti nelle vie dello shopping: le descrizioni sono compatibili con gli identikit degli autori di alcuni dei blitz avvenuti tra agosto e settembre.

L’analisi dei cellulari ne dà la prova: i due immortalati nella foto col Duomo alle spalle sono identici a quelli inquadrati dall’occhio elettronico di Montenapo. Di più: nel telefono di uno dei due, che poi si scoprirà essere un diciottenne e non un ventunenne, i poliziotti scovano lo screenshot di una ricerca su internet di un Audemars Piguet Royal Oak (lo stesso depredato alla turista) e una chat Whatsapp che offre la conferma che all’1.55 del 27 agosto il secondo, che di anni ne ha appena 15 (e non 20), era effettivamente in possesso del cronografo. E ancora: dai cellulari spuntano pure video che ritraggono i due sorridenti in un appartamento, con le mazzette di banconote probabilmente consegnate da chi ha acquistato la refurtiva sul mercato illegale.

Non basta. Sì, perché il minorenne, già fotosegnalato qualche mese fa per una rapina in farmacia, sarebbe anche il responsabile, in concorso con un complice ancora da identificare, della rapina del 14 settembre, subìta dal top manager cinquantanovenne di una multinazionale di prodotti alimentari: in due l’hanno aggredito alle spalle mentre stava risalendo la rampa del garage Borgospesso in compagnia della moglie, l’hanno colpito con calci e pugni e gli hanno portato via un Patek Philippe Aquanaut da 100mila euro.

Anche in questo caso, le testimonianze delle vittime (e di un dipendente del parcheggio che ha cercato di bloccare i fuggitivi) e i fotogrammi registrati da una telecamera di via della Spiga non sembrano lasciare spazio alle interpretazioni: il quindicenne era lì. Sia lui che il diciottenne (quest’ultimo risponde solo del colpo in via Monte Napoleone), sono stati fermati, a valle degli accertamenti investigativi coordinati per il maggiorenne dall’aggiunto Laura Pedio e dal pm Rosario Ferracane e per il minorenne dal procuratore capo Ciro Cascone e dal pm Giulia Pezzino. Entrambi sono difesi d’ufficio dall’avvocato Barbara Sportillo. Dopo l’interrogatorio, il gip Natalia Imarisio ha convalidato il provvedimento e disposto il carcere per il diciottenne.

 

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