Milano, presa baby-gang terrore dei coetanei: calci e coltelli per rubare cellulari

Treni da paura: "Fuori i soldi o sei morto"

Baby gang in azione

Baby gang in azione

Corsico (Milano), 14 settembre 2018 - Le vittime le sceglievano giovani, per lo più ragazzi sotto i 25 anni. Curavano i movimenti, dove si sedevano sul treno, a che fermata scendevano. Poi li accerchiavano e li derubavano. Prendevano tutto quello che trovavano nelle tasche dei giovani pendolari. Occhiali da sole, cuffie per la musica, orologi da trenta euro, telefoni e portafogli con dentro neanche 50 euro. Bottini miseri che la baby gang pretendeva con la violenza. Pugni, calci in faccia anche quando le vittime erano piegate in due. E poi le armi: la lama del coltello puntata in faccia e un martelletto frangivetro, quelli rossi che si trovano sui vagoni per rompere i finestrini in caso di emergenza. A comandare la banda, due ragazzi di 19 anni, entrambi marocchini. Uno di Sesto San Giovanni, l’altro di Cologno Monzese: hinterland milanese, dove abitavano anche gli altri quattro componenti della banda, tutti tra i 16 e i 18 anni. Il modo era sempre lo stesso: due ragazze si avvicinavano alla vittima, chiedevano di poter fare una telefonata. «Hanno iniziato a toccarmi, sembrava una perquisizione. Appena ho provato a ribellarmi, sono arrivati gli altri quattro ragazzi e hanno cominciato a minacciarmi di morte, puntandomi in faccia un coltello», ricorda una delle vittime, un ragazzo di 14 anni, accerchiato alla stazione di Corsico.

Sono stati proprio i carabinieri di Corsico, guidati dal capitano Pasquale Puca, ad avviare le indagini per trovare la baby gang. Le denunce sono arrivate da Trezzano, Seregno, Corsico: le stazioni dove la banda agiva tra luglio e agosto. «Sono saliti alla fermata di Trezzano, tarda mattinata, io stavo andando in università per un esame. Le due ragazze (entrambe minorenni, una delle due, 16enne di Seriate, è stata denunciata) si sono avvicinate, poi è arrivato il resto del gruppo. Mi hanno insultato e minacciato con un coltello: dacci tutto o ti ammazziamo, hanno detto. Hanno approfittato della carrozza vuota, è stato tutto velocissimo», ricorda un’altra vittima, un 21enne. Ad avere la peggio, un giovane di 23 anni che si trovava alla stazione di Seregno. Anche lui originario del Marocco, ma il branco non ha avuto scrupoli neanche per il connazionale.

Hanno aspettato che scendesse dal treno, poi lo hanno aggredito con calci e pugni: «Mi hanno pestato come un cane», ricorda. Anche a lui hanno portato via pochi euro, le cuffie e il telefono. È riuscito a scappare, prima che la banda finisse il massacro. In ospedale gli hanno dato 10 giorni di prognosi. Ha detto di essersi protetto il viso con le mani, ma li ha visti bene in faccia i suoi aggressori. I militari di Corsico li hanno rintracciati così, grazie alle testimonianze delle vittime, con un lavoro attento sulle immagini delle telecamere delle stazioni e con pedinamenti. I maggiorenni, i capi del branco, sono finiti ai domiciliari.

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