Milano, i commercianti: "Noi, ostaggi delle baby gang "

Il 30% degli imprenditori percepisce la criminalità giovanile come un problema. Quasi la metà a contatto con merce contraffatta

Quello dei baby gang resta un serio problema non solo metropolitano

Quello dei baby gang resta un serio problema non solo metropolitano

Milano - Una situazione tutto sommato sotto controllo, anche se preoccupa sempre di più il problema delle baby gang. È questo, in sintesi, ciò che emerge dall’indagine “Allarghiamo i confini della legalità“, promossa dalla Confcommercio di Milano, Lodi, Monza e Brianza per analizzare la sicurezza delle imprese, sia sul territorio che online. Uno studio che ha coinvolto in totale 480 imprenditori, soprattutto piccoli commercianti. Se da un lato il livello di sicurezza per le imprese viene definito "sotto controllo", dall’altro sono sempre di più gli imprenditori che indicano un aumento dei fenomeni criminali. Un dato che, secondo Mario Peserico, vicepresidente di Confcommercio Milano delegato ai temi della legalità, si spiega soprattutto con la diffusione del fenomeno delle baby gang, percepite come un problema dal 30% dei commercianti, contro il 13,8% del 2019.ù

"I dati che emergono da quest’indagine rilevano una situazione soddisfacente del livello di sicurezza – commenta Peserico –. Non mancano però segnali di criticità se raffrontati al periodo pre-pandemia, in particolare riguardo ad atti vandalici, furti e fenomeni in aumento come le baby gang". Tra i reati che le imprese percepiscono in crescita spiccano anche abusivismo e contraffazione. Il 39% dei commercianti afferma di essere entrato in contatto con prodotti contraffatti, mentre un’impresa su due segnala di essersi imbattuta in forme di esercizio abusivo della professione. Per quanto riguarda i fenomeni criminali subiti direttamente dalle imprese, quasi la metà degli imprenditori (47%) afferma di non aver subito nessuno dei reati presi in esame. Per i commercianti che ne hanno subiti, invece, si tratta soprattutto di furti in negozio (27%), atti vandalici (20%) e truffe (11%). Per quasi tutte le 480 imprese che hanno aderito all’indagine, però, la situazione è tollerabile.

Alla domanda se il rischio rappresentato dai fenomeni malavitosi avesse fatto considerare la possibilità di trasferire o cedere l’attività, soltanto l’1% ha risposto positivamente. Tra le soluzioni auspicate per aumentare la sicurezza sul territorio, i commercianti hanno risposto quasi all’unanimità: l’85% del campione chiede una maggiore presenza delle forze dell’ordine. Seguono la videosorveglianza stradale (46%) e una maggiore illuminazione notturna (34%). Per quanto riguarda il commercio online, infine, un’impresa su dieci dichiara di essere stata vittima di frode informatica.

 

 

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