Trap e coltelli, sgominata la baby gang dei prepotenti

Più di dieci le aggressioni contestate a Milano. I "bulli" residenti nel Milanese e nelle province di Lecco e Varese. Cinque sono minorenni

Carabinieri

Carabinieri

Milano, 7 marzo 2019 - La baby gang del Parco Sempione si muoveva in massa. Dieci ragazzi, a volte venti. Così numerosi da non avere neppure bisogno di tirar fuori il coltello per costringere le vittime terrorizzate a consegnare tutto quello che avevano addosso. Quegli adolescenti violenti erano diventati il terrore del centro di Milano, in particolare della zona dei locali dell’Arco della Pace.

Lì trascorrevano pomeriggi e sere, a bivaccare sui gradoni della piazza. Quando passava la “preda” giusta, meglio se sola e indifesa, il branco entrava in azione. Il modus operandi del gruppo, smantellato all’alba di ieri, è stato ricostruito con dovizia di particolari dai carabinieri della Compagnia Duomo e della stazione Sempione, che hanno compreso cammin facendo che tutte le aggressioni (quattordici quelle contestate al momento) andavano ricondotte a un’unica banda, seppur divisa in più compagnie di amici: ne facevano parte, secondo le accuse, nove minorenni (il più piccolo deve ancora compiere 16 anni) residenti tra Milano, Merate, Saronno e Tradate (otto in carcere e una in comunità) e cinque maggiorenni di Milano, Caronno Pertusella e Corsico (sottoposti a decreto di fermo dal pm).

Della gang facevano parte pure tre ragazze, che avevano un ruolo ben preciso: avvicinavano le vittime con una scusa, chiedendo una sigaretta o il cambio di una banconota da 10 euro con due da 5; poi entrava in scena il resto della banda, che circondava i malcapitati e li malmenava per rubargli soldi e cellulare. In diverse occasioni, le vittime sono state costrette a ricorrere alle cure mediche: il caso più grave ha riguardato un 19enne, più volte operato per fratture multiple alla mandibola. Movenze da bulli ed espressioni da criminali consumati (replicate pure nelle foto postate sui social), alcuni degli arrestati hanno pure fatto le comparse in un video di due «trapper» (completamente estranei alla vicenda) che su Youtube ha scollinato quota 200mila visualizzazioni: slogan contro le forze dell’ordine, pistole (finte, si spera) puntate alla tempia in segno di sfida e doghi argentini al guinzaglio, con i palazzoni della Barona a fare da sfondo e a richiamare Gomorra e le Vele di Scampia.

Provenienti da contesti sociali differenti e riuniti in diverse comitive che avevano in comune solo la frequentazione della stessa zona di Milano, ieri mattina nessuno ha proferito parola davanti ai carabinieri. Che nel corso delle perquisizioni hanno rinvenuto e sequestrato machete, coltelli a farfalla e a serramanico e armi-giocattolo sprovviste di tappo rosso.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro