Paola Marioni, l'avvocato accoltellato 5 anni fa: "Mi tolgono la scorta, ho paura"

Chiesta l’archiviazione, si attende la decisione del gip. Ma lei ha fatto opposizione e scritto al prefetto

L'avvocato Paola Marioni e l'identikit dell'aggressore

L'avvocato Paola Marioni e l'identikit dell'aggressore

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Avvocato Marioni, la sua vicenda giudiziaria è ferma all’8 febbraio del 2020, quando venne indagato un pensionato di 73 anni di Abbiategrasso indicato da alcune fonti come «presunto colpevole» per via di vecchie ruggini. Ma sarà definitivamente scagionato dal Dna, e a dire il vero, lei non lo ha mai riconosciuto. Poi, più nulla. Teme ancora per la sua vita dopo cinque anni?

"Sì, non è cambiato nulla per me, anzi ho la certezza che quell’uomo che ha tentato di uccidermi sia ancora libero e tornerà a finire il suo lavoro".

L'avvocato Paola Marioni e l'identikit dell'aggressore
L'avvocato Paola Marioni e l'identikit dell'aggressore

Il prefetto proprio in questi giorni le ha comunicato che le sarà tolta anche la scorta.

"Ho ricevuto una comunicazione generica in cui mi si dice che non si ravvisano più motivi di pericolo per la mia incolumità".

Lei ha risposto al Prefetto?

"Certo, ho depositato una lunga relazione con le mie osservazioni ieri, avevo dieci giorni per farlo. Spero che dopo averla letta cambi idea e riveda la sua decisione, che per fortuna non è ancora operativa".

Il pm Giovanni Polizzi che ha coordinato le indagini per questi cinque anni ritiene che oggi non ci siano più elementi su cui indagare e ha chiesto l’archiviazione.

"Ho fatto opposizione anche all’archiviazione, sto aspettando la decisione del gip Luca Milani che potrebbe giungere in questi giorni. Una aggressione che non è finita in omicidio solo per un soffio, per la mia inaspettata reazione, non può essere archiviata, bisogna continuare a cercare e io devo lottare per avere giustizia".

Si sta muovendo in tutte le sedi perché il suo caso non finisca tra i casi irrisolti...

"Stamattina (ieri per chi legge ndr ) ho “protestato“ anche davanti alla sede dell’Ordine degli avvocati perché nei primi anni i colleghi mi sono stati vicini, poi sembra che ora tutti se ne siano dimenticati. Non è il “mio caso“questo, poteva succedere a tutti. Al mio posto poteva esserci un altro avvocato".

In questi anni ha mai ricevuto minacce o è stata “vittima“ di altri episodi che le hanno fatto pensare di nuovo al peggio?

« Sì certo, telefonate mute e una mail in cui una persona mi chiedeva un appuntamento per parlare di quello che mi era successo. Diceva che sapeva molto sull’uomo che mi aveva aggredito, voleva denaro per raccontarmi i dettagli".

Quindi c’è stato anche un tentativo di estorsione che lei ha denunciato?

"Si, gli investigatori però non sono mai riusciti a capire da chi proveniva, era un account straniero. Ho provato a rispondere, dando un appuntamento, in accordo con gli inquirenti, ma la persona poi è sparita, quindi probabilmente si trattava di sciacalli e il fascicolo non è stato aperto. Poi sono certa di essere stata seguita. Ma non sono riuscita a dimostrarlo".

Lei in questi anni che idea si è fatta su quell’aggressione e sull’identità dell’aggressore?

"Io penso che ci fosse un mandante, qualcuno che mi conosceva bene e l’uomo che ho ricevuto, l’esecutore a cui ho aperto la porta dell’ufficio, aveva studiato nei dettagli i miei movimenti, sapeva che in quel momento non avevo altri appuntamenti, che ero sola. “Così impari“ mi ha detto mentre mi pugnalava".

Di cosa si voleva vendicare?

"Forse di una mediazione non andata a buon fine. Ma mi creda, non ne ho la più pallida idea, io ho una vita molto tranquilla".

Avvocato, che effetto le hanno fatto le immagini rese pubbliche in passato dalla polizia che ritraevano l’ipotetico killer?

"Sono stata male, sono tornata indietro a quei momenti. Ho rivissuto ogni attimo, ogni sequenza dell’aggressione pensando e ripensando che se solo avessi sbagliato qualcosa, anche solo urlato meno forte, oggi sarei morta".

Secondo lei c’è qualcosa nelle indagini che non è andato per il verso giusto?

"Ho fornito degli spunti investigativi che forse sono stati sottovalutati, mi sono sentita dire che erano suggestioni da romanzo noir. Il risultato è che a distanza di cinque anni del colpevole non c’è nemmeno l’ombra. Un indagato che non aveva nulla a che vedere con il mio tentato omicidio. Solo piste confuse, anzi sbagliate. E ora torno al punto di partenza. Sono sola, senza scorta, c’è un colpevole e resta il mistero".

 

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