Avvocatessa arrestata, l'accusa: riciclava il denaro della camorra

Secondo le ipotesi l'avvocatessa dava disposizioni per portare il denaro da un conto svizzero nelle disponibilità di due capi della "banca della camorra"

Soldi (Ansa)

Soldi (Ansa)

Milano, 22 settembre 2016 - Un'avvocatessa milanese è finita in carcere con l'accusa di riciclaggio di denaro. L'ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dal gip di Milano Manuela Accurso Tegano su richiesta del pm Francesca Celle, titolare dell'indagine da poco coassegnata anche alla collega Paola Biondolillo. Indagine che è, di fatto, un filone di quella con al centro una presunta "banca della camorra". In base all'ipotesi accusatoria i soldi che Barbara Sabadini avrebbe riciclato sono quelli di Vincenzo Guida e Alberto Fiorentino, pluricondannati definitivamente per associazione per delinquere di stampo mafioso e reati fiscali, arrestati nuovamente l'anno scorso e ora imputati a Milano per il caso della banca parallela.

L' avvocatessa, che ha 47 anni, due giorni fa, così come avevano chiesto i pm e come disposto dal giudice, è stata portata all'Icam, l'Istituto a Custodia Attenuata per Detenute Madri, in quanto ha un figlio piccolo. Oggi, tuttavia, dopo che lei stessa ha dichiarato che mai avrebbe acconsentito che suo figlio stesse con lei nella struttura carceraria, è stata trasferita a San Vittore. Sempre martedì mattina la polizia giudiziaria, alla presenza del pm Celle e di un rappresentante dell'Ordine degli avvocati, ha perquisito lo studio del legale e la sua abitazione. Domani si terrà l'interrogatorio di garanzia.

Secondo l'accusa, l'avvocato Sabadini sarebbe stato il procuratore delegato a operare su un conto corrente aperto a Lugano, in Svizzera, nel giugno 2004 chiamato «Ostrica» e su cui sarebbero confluiti i soldi provenienti dai reati commessi da Guida e Fiorentino. Conto poi chiuso nel 2015 e che sarebbe stato formalmente intestato alla figlia di Vincenzo ritenuta, però, dalla Procura una 'testa di legno' poiché, come risulta dagli approfondimenti d'indagine, non avrebbe mai effettuato operazioni. Secondo l'ipotesi d'accusa, da quel conto svizzero (spostato in diverse filiali dello stesso istituto di credito elvetico), sul quale è transitato almeno un milione di euro dell'organizzazione di stampo mafioso e frutto di altre attività illecite, il denaro, grazie alle disposizioni dell'avvocato Sabadini, sarebbe ritornato in contanti a Milano nelle tasche di Guida e Fiorentino.

Non è escluso che servisse per il loro presunto esercizio abusivo del credito aggravato dal metodo mafioso, svolto nel cuore della città con tanto di prestiti a tassi di usura. Guida e Fiorentino sono di origine napoletana, ma presenti da decenni sul territorio milanese e sono stati condannati in via definitiva per aver fatto parte, negli anni '80 e fino al 1996, dell'associazione camorrista denominata «Nuova famiglia», un'articolazione lombarda della camorra, in contatto a Milano con esponenti storici di Cosa Nostra e della 'ndrangheta. L'avvocatessa, invece, già finita imputata con i due nel marzo del 2011 è stata, però, assolta dall'accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso

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