Autobus sequestrato e incendiato, Sy un finto folle

L’autista e le voci dei bimbi morti, il gip: un suo strumento ideologico

L'arresto di Ousseynou Sy

The 47-year-old bus driver, Ousseynou Sy, who was held by Carabinieri police on Wednesday after allegedly hijacking a bus with schoolchildren aboard and subsequently setting it on fire after tying their hands with plastic electrical ties in an apparent attempt to kill them, sources said, in San Donato Milanese, near Milan, northern Italy, 20 March 2019.

Milano, 24 marzo 2019 - Deve restare in carcere Ousseynou Sy, l’autista che quattro giorni fa ha sequestrato uno scuolabus con 51 bambini e poi lo ha incendiato. Scontata la convalida depositata ieri mattina, Sy resterà nel carcere di San Vittore, reparto «protetti».

L’attentatore davanti ai giudici ha ricostruito minuto per minuto quelle ore di delirio, una ricostruzione lucida e puntale, solo a tratti viziata da un maldestro e non credibile tentativo di apparire squilibrato. «A differenza del contenuto delle dichiarazioni rese dall’indagato innanzi al pm nelle quali non aveva mai parlato delle voci – scrive il gip – da una parte ha confermato quanto dichiarato in precedenza, dall’altra, non senza una certa abilità, ha tentato di fornire un quadro in qualche misura viziato da una sorta di pregiudizio di natura psichica». «Io non dormo quasi mai – ha messo a verbale Sy davanti al gip – perché ricorrono nella mia mente le voci dei bambini morti. Una volta sull’autobus mi si è presentato un bambino che mi ha chiesto di portare l’autobus a Linate». E ha anche mostrato al giudice una foto in cui è raffigurato il vicepremier Di Maio, che viene presentato dall’indagato come la foto di un bambino morto. E ha insistito: «I bambini che si presentano nella mia mente mi hanno chiesto di essere aiutati, ma di non fare male ai bambini sull’autobus».

In più occasioni nell’interrogatorio si è riferito alla propria persona al plurale come se parlasse di sé e dei bambini. Il giudice, che non gli ha creduto, parla di un «tentativo dell’indagato di fornire una versione viziata del suo operato che si scontra con alcuni dati che debbono ritenersi incontrovertibili». Davanti ai pm, infatti, quei «bambini morti in mare» li aveva usati ma solo «per ribadire il suo convincimento di matrice fortemente ideologica». Sy nel verbale: «Devo aprire gli occhi agli africani, questo governo ci lascia morire apposta in mezzo al mare e chi cerca di aiutarci viene accusato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina».

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