Bus sequestrato e incendiato, l'autista: "Non volevo fare del male ai bambini"

Milano, via al processo

Il bus incendiato

Il bus incendiato

Milano, 19 settembre 2019 - L'autista che provocò l’incendio è guardato a vista dentro il “gabbio” degli imputati. Famiglie dei ragazzini sono in aula, e c’è anche una delle piccole vittime accompagnata dalla mamma. È la prima udienza del processo per il bus incendiato e dirottato dall’autista Ousseynou Sy lo scorso 20 marzo, a San Donato Milanese. Mattinata dedicata alle questioni preliminari, compresa la costituzione di parte civile dei 51 alunni delle medie che erano a bordo delmezzo, del comune di Crema e, per il solo reato di incendio, della società proprietaria del bus. Accolta quindi la richiesta di far entrare nel processo come responsabili civili sia il ministero dell’Istruzione sia la stessa azienda proprietaria dell’autobus. L’imputato Sy ha scelto di essere giudicato con rito ordinario davanti alla Corte d’assise e rinunciare così allo sconto di pena garantito dal rito abbreviato. Vestito con una camicia grigia e un paio di pantoloni blu, tranquillo ma non distaccato, ieri Sy non ha parlato ma ha sempre sostenuto, in questi mesi, che «non era sua intenzione fare del male a nessuno». Diversa la ricostruzione dei pm titolari dell’inchiesta Luca Poniz e il responsabile del pool antiterrorismo Alberto Nobili, secondo i quali, invece, l’uomo voleva fare una strage sulla pista dell’aeroporto di Linate, per condizionare la politica in materia di immigrazione e «intimidire la popolazione». I magistrati hanno infatti contestato a Ousseynou, oltre alla strage aggravata dalle finalità terroristiche, anche il sequestro di persona aggravato, l’incendio, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni ai danni di 17 bambini, non solo per ferite ma anche per traumi da «stress» e psichici da «violenza emotiva». Ieri la Corte ha dato il via libera all’ingresso nel processo del minisero dell’Istruzione come responsabili civile insieme all’azienda proprietaria del mezzo: nel caso di probabile condanna di Sy, dei risarcimenti risponderanno anche loro. L’istanza (accolta) era stata presentata da Antonino Ennio Andronico, l’avvocato che assiste Adam El Hamami e Ramy Shehata, i due ragazzini “eroi” che quella mattina riuscirono a nascondere un cellulare e a chiamare i soccorsi, evitando la tragedia. «Ci aspettiamo giustizia - aveva detto il legale prima dell’inizio dell’udienza - secondo noi sono responsabili anche coloro che hanno messo il mezzo in mano a quest’uomo». Non così per i pm che avevano dato parere favorevole alla citazione della sola Autoguidovie e non del Ministero. Si torna in aula il prossimo 21 ottobre.  

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