Rincari Atm, l’ira dei viaggiatori: "Biglietti aumentati ma il servizio è lo stesso"

Debutto tra le lamentele: "Il rincaro non si traduce in corse più frequenti". Segnalate attese fino a 30 minuti; ascensori non sempre funzionanti Preoccupati anche gli abbonati, "i prossimi 'ritocchi' ci riguarderanno"

Anche i collettivi degli studenti in piazza contro gli aumenti dei mezzi pubblici

Anche i collettivi degli studenti in piazza contro gli aumenti dei mezzi pubblici

Primo lunedì dopo le festività natalizie. Milano si rimette in moto a pieno regime e a rendere più amaro il malumore da rientro si aggiunge il rincaro dei biglietti per salire sui mezzi pubblici dettato dalla necessità di adeguarsi ai parametri Istat: il biglietto ordinario passa da 2 a 2,20 euro. Aumentati pure il giornaliero, il ticket da 3 giorni e il carnet da 10 corse. Invariati gli abbonamenti mensili e annuali. "Un’ulteriore stangata per le famiglie in un periodo di aumenti generalizzati che non si traduce in un miglioramento del servizio, per esempio in corse più frequenti (e anzi, dal 30 gennaio, alcune linee vedranno diminuire la frequenza negli orari di morbida, ndr ).

Il prossimo passo sarà “ritoccare“ anche gli abbonamenti?", il tenore dei commenti raccolti tra la zona della stazione Centrale e viale Monza, alle fermate del filobus 90, dei bus 55 e 56 e delle stazioni del metrò delle linee rossa e verde. Astrid Pansera, in viale Doria con il compagno e la loro bimba sul passeggino, spiega che per la loro famiglia servirsi dei mezzi pubblici è un’eccezione. "Io mi sposto a piedi, il mio compagno in bici. Oggi, con la nostra bimba, abbiamo preso la metropolitana spendendo 4,40 euro solo per l’andata. Si paga di più ma il servizio offerto non è all’altezza dei rincari: in molte stazioni gli ascensori mancano o non funzionano. E noi dobbiamo trasportare il passeggino per le scale".

Preoccupati pure gli abbonati: "Per quanto tempo saremo “salvi“? Io ho un mensile e già faccio fatica a pagare tutte le spese. Lavoro in un call center, non navigo nell’oro", sottolinea Alessia Camarca. "E per fortuna che in casa siamo in due a portare uno stipendio, altrimenti non arriverei a fine mese". Anche Caroline Davy, parigina trasferitasi a Milano 20 anni fa, ha il dente avvelenato: "L’aumento del biglietto deve tradursi in un miglioramento del servizio. Nelle stazioni della linea verde della metropolitana, dopo Cimiano, in certi orari il treno si aspetta anche per 20 o 30 minuti. Non è accettabile. E ci vorrebbero corse notturne della metropolitana". Doina Breda aggiunge che "il principio è sbagliato: chi privilegia i mezzi pubblici per spostarsi dovrebbe avere degli sconti, non pagare di più il biglietto". Valentino Aprile, diciottenne, riflette ancora: "In famiglia siamo in 5. Io sono l’unico ad avere l’abbonamento, che mi serve per la scuola. Quanto ci costerebbe spostarci tutti, con i mezzi pubblici, per andare a fare una passeggiata in centro?". Unica voce fuori dal coro, quella di Adriana Musatti: "In tutte le altre grandi città europee i prezzi dei biglietti sono più alti. E del servizio che offre Milano non ci si può lamentare".

 

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