Giallo di via Meda, l’attrice accoltellata è fuori pericolo

La cinquantunenne ferita si è risvegliata dopo l’intervento: ora darà la sua versione ai carabinieri. La figlia sotto accusa

I carabinieri stanno indagando sulla dinamica dei fatti

I carabinieri stanno indagando sulla dinamica dei fatti

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Milano -  Si è risvegliata dopo il delicato intervento chirurgico e ha già interagito con i sanitari che si stanno prendendo cura di lei. Appena possibile, P.C., 51 anni, finita all’ospedale Niguarda lunedì mattina per una coltellata all’inguine, potrà dare la sua versione dei fatti ai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia Magenta, che stanno indagando sull’accaduto. Ai militari , la donna, attrice con ruoli importanti in film e serie televisive molto seguite, riferirà se si sia trattato di un gesto volontario, di un incidente domestico o di un’aggressione da parte dell’unica persona presente con lei in casa in quel momento, la figlia di 16 anni. È stata proprio la minorenne, tre giorni fa, a dare l’allarme dall’appartamento di via Meda: "Correte, mia madre si è ferita da sola", la richiesta di aiuto al 112.

Tuttavia, gli investigatori dell’Arma hanno dubitato sin dai primi minuti di quella versione, anche perché il racconto dell’adolescente è apparso traballante e con parecchi punti oscuri. La successiva analisi del cellulare della ragazza avrebbe fatto emergere un contesto di maltrattamenti psicologici della sedicenne nei confronti della madre. Di più: le testimonianze raccolte dai carabinieri avrebbe pure cristallizzato una situazione molto tesa all’interno della famiglia, con liti molto frequenti tra madre e figlia; senza dimenticare che in passato P.C. non ha mai messo in atto gesti di autolesionismo. Così la ricostruzione dell’accaduto è cambiata radicalmente col passare delle ore, facendo propendere con più decisione verso l’ipotesi di un’aggressione da parte della minorenne al culmine dell’ennesima violenta discussione.

Per questo, dopo una giornata di indagini serrate, la sedicenne è stata denunciata a piede libero con le accuse di maltrattamenti in famiglia e tentato omicidio aggravato. L’indagine è ancora in corso, e ovviamente passerà anche dalle parole della vittima, che potrebbe anche descrivere una dinamica molto più vicina a quella riferita dalla figlia: perché è andata proprio così o per proteggerla da accuse molto pesanti. Tanto dipenderà anche dalle valutazioni dei medici sui tempi di recupero della cinquantunenne: sì, perché il reato di lesioni con prognosi inferiore a 20 giorni è procedibile solo per querela di parte; per periodi superiori, invece, le forze dell’ordine possono procedere d’ufficio.  

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