Giallo di via Meda, l’attrice scagiona la figlia: "La coltellata? Un incidente"

Soccorsa per una profonda ferita all’inguine: la donna ha spiegato che è stato uno sbaglio. Ora tutto dipende dalla prognosi

Un carabiniere

Un carabiniere

Milano -  Era prevedibile che la vicenda si concludesse così. O meglio, che la vittima della presunta aggressione provasse a chiudere la questione senza coinvolgere la figlia non ancora diciassettenne: "È stato un incidente domestico". È questa, stando a quanto risulta al Giorno , la spiegazione che P.C., attrice di 51 anni, avrebbe dato ai carabinieri per spiegare la ferita da arma da taglio che le è costata un ricovero d’urgenza al Niguarda poco meno di due settimane fa. La donna si trova ancora ricoverata in ospedale, anche se le sue condizioni non destano al momento particolari preoccupazioni.

Sembra che già al suo risveglio la donna abbia immediatamente parlato dell’evento accidentale, per poi confermarlo qualche giorno dopo ai militari del Nucleo operativo della Compagnia Magenta, coordinati dal capitano Ilaria Campeggio. D’altro canto, nelle prime ore era venuto fuori uno scenario completamente diverso, che aveva portato gli investigatori a sospettare della minorenne, studentessa di un liceo artistico, e a indagarla per tentato omicidio e maltrattamenti in famiglia. L’allarme, come raccontato dal Giorno , era scattato la mattina del 3 maggio scorso, quando l’adolescente aveva chiamato il 112 per chiedere l’intervento di un’ambulanza: "Correte, mia madre si è accoltellata".

Ai militari , la ragazza aveva continuato a ripetere che la madre si era ferita da sola all’inguine con un coltello da cucina. Tuttavia, la sua versione, piena di punti poco chiari, non aveva convinto gli investigatori della Magenta, che avevano iniziato a raccogliere elementi dalle testimonianze dei vicini di casa e dall’analisi dell’appartamento di via Meda e dello smartphone della sedicenne: si era fatta così strada l’ipotesi dell’aggressione, al culmine dell’ennesima discussione tra le due. Di più : gli accertamenti sul telefono avevano cristallizzato una situazione di tensione tra le quattro mura domestiche, provocata da una sorta di continua "guerra psicologica" messa in atto dalla figlia nei confronti della madre; tanto che era stata ipotizzata pure l’accusa di maltrattamenti in famiglia. Ora, però, le parole di P.C. hanno ribaltato la situazione: "È stato un incidente domestico". A questo punto, tutto dipende dalla prognosi che i medici daranno alla donna in fase di dimissioni: se sarà superiore ai 20 giorni, i carabinieri potranno procedere d’ufficio; se fosse invece inferiore a 20 giorni, sarebbe necessaria la querela di parte. Che non arriverà.  

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