Milano, attacco No vax contro l’hub di Rubattino

Olio esausto sulle pareti esterne e probabile tentativo di dar fuoco al centro: indaga l’Antiterrorismo. I medici: non ci intimidiscono

I rilievi della Scientifica sul liquido usato e sulla tanica abbandonata

I rilievi della Scientifica sul liquido usato e sulla tanica abbandonata

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Milano - Le taniche di olio motore esausto svuotate sulle pareti esterne del prefabbricato. L’ipotesi che l’autore del raid abbia poi cercato di dar fuoco al liquido, per fortuna senza riuscirci. E un’indagine che sin dai primi minuti imbocca una strada precisa: quella che porta a un agguato no vax. Sì, perché il bersaglio del blitz andato in scena la notte scorsa (certamente dopo le 22 di lunedì) è l’hub vaccinale aperto il 10 dicembre nell’area esterna dell’Esselunga di via Pitteri, a Rubattino. Il capo del pool Antiterrorismo Alberto Nobili aprirà un fascicolo per imbrattamento (e con ogni probabilità anche per tentato incendio): finora non sono arrivate rivendicazioni né sono stati trovati volantini o scritte, ma la matrice sembra piuttosto chiara; l’attacco potrebbe essere stato sferrato da una o più persone che fanno riferimento alla galassia dei negazionisti, che in passato hanno provato a mandare in tilt con finte prenotazioni i centri per le immunizzazioni contro il Covid (è il caso del gruppo "Guerrieri vivi" smantellato dalla Dda di Genova a novembre) e che hanno colpito a Brescia nella scorsa primavera.

L’allarme è scattato alle 7.35 di ieri, quando una dottoressa che presta servizio nell’hub gestito dalla cooperativa di medici di famiglia Iml si è accorta della presenza della sostanza oleosa e ha subito allertato il 112. Nel giro di pochi minuti, sono arrivati in via Pitteri gli agenti delle Volanti e della Scientifica, che hanno preso in consegna un contenitore di plastica abbandonato vicino alla tensostruttura; l’inchiesta è affidata agli investigatori della Digos, guidati dal dirigente Guido D’Onofrio. Un aiuto determinante potrebbe arrivare come sempre dall’analisi dei filmati delle telecamere di videosorveglianza installate nella zona, che potrebbero aver ripreso l’arrivo o la fuga dell’imbrattatore. "Se con questo gesto pensavano di intimidirci, dovranno ricredersi. Noi andiamo avanti, e non solo a Milano – fa sapere Fiorenzo Corti, vicesegretario nazionale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) –. Da pochi giorni abbiamo dato il via a un nuovo centro a Sant’Angelo Lodigiano, il primo attivo nella provincia di Lodi organizzato totalmente dai medici di famiglia". La cooperativa Iml (Iniziativa medica lombarda) gestisce hub anche ad Abbiategrasso, Basiano e Vimodrone e in altre province della Lombardia (Mantova, Bergamo, Sondrio e Monza).

Non è la prima volta che i no vax prendono di mira gli hub anti-Covid. Il 3 aprile, un centro di Brescia era stato colpito da due molotov piene di gasolio: il rogo innescato dalle bottiglie incendiarie non si era propagato all’intero padiglione solo per la resistenza ignifuga della tensostruttura e per altre cause fortuite. In quell’occasione, le indagini avevano stabilito che l’agguato fosse "potenzialmente idoneo a causare danni devastanti" all’area all’interno della quale erano stoccate diverse centinaia di dosi di vaccino nonché altro materiale infiammabile. Un mese dopo, i carabinieri del Ros avevano arrestato il cinquantunenne Nicola Zanardelli e il cinquantaduenne Paolo Pluda, entrambi no vax, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Brescia Alessandra Sabatucci su richiesta della Procura diretta da Francesco Prete. Due giorni fa, la sentenza di primo grado: 2 anni e 10 mesi a Zanardelli, 2 anni e 8 mesi a Pluda. L’obiettivo di quel blitz : "Bloccare e sabotare la campagna vaccinale in corso, intimidendo la popolazione e alimentando il clima d’incertezza del particolare momento storico, e reiterare nel breve termine ulteriori azioni violente e di danneggiamento". Forse lo stesso obiettivo di chi ha agito la notte scorsa a Rubattino.

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