Luxottica, blitz contro gli hacker: perquisizioni in Veneto

L’attacco informatico era stato “parato“ in 24 ore, ma aveva provocato grossi danni bloccando le attività

Attacco hacker

Attacco hacker

Svolta nelle indagini sull’attacco hacker subito da Luxottica lo scorso 20 settembre, che costrinse al blocco parziale della produzione, con ingenti danni per il colosso degli occhiali fondato da Leonardo Del Vecchio. La Polizia postale di Milano, con il coordinamento del Servizio Polizia postale e delle comunicazioni di Roma, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano coordinata dal pm Alessandro Gobbis ha eseguito perquisizioni domiciliari e informatiche in diverse regioni. Accertamenti che si sono concentrati, in particolare, in Emilia Romagna e Veneto, regione dove si trovano i più importanti stabilimenti del gruppo. Il materiale sequestrato è ora al vaglio degli investigatori, nell’inchiesta aperta lo scorso settembre che conterebbe già alcuni indagati. L’attacco informatico era stato compiuto di domenica, attraverso un malware. L’azienda era intervenuta isolando i server e installando nuove patch e firewall, mettendo in sicurezza la struttura nell’arco di 24 ore e limitando i danni. Nel frattempo l’intrusione ha provocato un impatto non da poco, con la sospensione delle attività nel quartier generale di Milano, del secondo turno produttivo negli stabilimenti di Agordo e Sedico, nel Bellunese, e il blocco delle attività produttive in Cina. Dalla denuncia dell’azienda è scaturita l’inchiesta della Procura di Milano, che ora ha portato alle perquisizioni concentrate sul territorio italiano, da dove sarebbe partito l’attacco. Secondo il sito internet specializzato in sicurezza informatica Cybersecurity360.it in seguito all’attacco sarebbero stati pubblicati sul dark web circa 2 Gigabyte di dati con riferimenti all’azienda. Dati di un server sudafricano, riguardante solo il mercato locale, senza quindi implicazioni per i cittadini italiani ed europei e senza una fuga di informazioni personali di clienti e dipendenti.

A marzo 2020 il gruppo Essilor Luxottica era già stato oggetto di un altro attacco informatico che aveva temporaneamente interrotto l’accesso ad alcuni server di gruppo e personal computer. Anche in questo caso gli esperti informatici avevano trovato in poco tempo un “vaccino“ in grado di bloccare l’intrusione. Gli attacchi informatici nei confronti di aziende, uffici pubblici o istituzioni sono in costante aumento negli ultimi anni, compiuti con l’obiettivo di sabotare attività, trafugare dati e in alcuni casi chiedere un riscatto. Una vera e propria “cyberpandemia“. Dai dati del parlamento europeo, nel 2019 gli attacchi cyber sono stati 700 milioni in Europa, triplicati rispetto all’anno precedente. Il costo annuale nel 2020 è stimato in 5500 miliardi in Europa. Secondo i dati del rapporto Clusit, nel mondo si è registrato il 12% di attacchi cyber in più nel 2020 rispetto al 2019.  

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