Atenei online Più appeal per le matricole

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Daniele

Nappo*

Dopo la maturità, uno studente su dieci s’iscrive a un’università telematica. Perché? Che senso ha? Apre un mondo di nuove opportunità? Cerchiamo di rispondere. Passati due anni di pandemia si è rientrati alla normalità, alle lezioni tradizionali in presenza, ma i ragazzi hanno potuto in questo lungo periodo far uso della tecnologia nella didattica e sperimentare l’e-learning ossia un sistema di video lezioni su varie piattaforme; possiamo dire che oggi la didattica è cambiata e presenta delle opportunità nuove.

L’e-learning conquista i nuovi studenti sempre più nativi digitali e sempre più coinvolti da un sistema di lezione dove intravedono maggiori possibilità di programmare e organizzare lo studio. Nella quasi totalità degli istituti si è tornati al pre-Covid, ma non è stato cosi per le università che sono state dominate dalla Dad, la Didattica a distanza; due studenti su cinque dicono di aver frequentato prevalentemente a distanza anche per scelta. Di conseguenza nel futuro prossimo è facile ipotizzare che l’e-learning rimanga una valida alternativa: gli studenti si sono abituati e non pochi la trovano comoda e soddisfacente. Questi aspetti potrebbero cambiare le scelte universitarie dei prossimi anni portando fra breve alla definitiva ‘investitura’ degli atenei che operano esclusivamente online. I risultati dell’Osservatorio ‘Università Telematiche’, realizzato dal Cfu - Centro formativo universitario - ci dicono che tra i circa 4.000 giovani delle scuole superiori interpellati che nel loro futuro vedono l’iscrizione a un corso di laurea, oltre 1 su 2 pensa che valuterà anche l’offerta di queste realtà. E quasi 1 su 10 le ha messe ai primi posti nella lista delle opzioni.

È un cambiamento di modello radicale. Nella classifica dei motivi che, per le matricole, spostano l’ago della bilancia in favore degli atenei online, in prima posizione - con il 30% dei consensi - ci sono sia la possibilità di abbattere i costi di spostamenti e libri, sia il parere che studiare a distanza sia un metodo migliore rispetto a quello tradizionale (il 6%): solo il 7% preferirebbe la telematica perché attirato da una presunta prospettiva di minore difficoltà del percorso di studi. Il pregiudizio verso le telematiche è sempre più debole: non c’è più il pensiero di una laurea regalata.

*Scuola Freud Milano

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