È STATO ASSOLTO
Cronaca

Assolto in appello il capo ultrà della Juve

Tentata estorsione, ribaltata in secondo grado la sentenza che aveva condannato Loris Grancini dei Viking a 5 anni e mezzo

MILANO

di Anna Giorgi

È stato assolto dalla Corte d’Appello Loris Grancini, storico capo dei Viking, gruppo ultrà della curva della Juventus, che era stato condannato in primo grado nel dicembre del 2019 a 5 anni e mezzo di reclusione per tentata estorsione perché, questa era l’ipotesi d’accusa, avrebbe minacciato, assieme ad altri, il titolare di una società milanese di eventi sportivi per costringerlo "a procurare loro biglietti" con una "corsia preferenziale" per le partite della "vecchia signora", tra cui un match di Champions tra Juve e Real Madrid del 2015. I giudici della terza sezione (Gazzaniga-Gargiulo-Lai) hanno assolto "perché il fatto non sussiste" Grancini, difeso dal legale Luca Ricci, e con la stessa formula anche gli altri due ultrà imputati Christian Mauriello (per lui 5 anni in primo grado) e Christian Fasoli (che era stato condannato a 4 anni), difesi entrambi dall’avvocato Marco Ventura. La sentenza di primo grado era stata emessa dalla sesta sezione penale, a seguito dell’inchiesta del pm Enrico Pavone. Il sostituto pg Simonetta Bellaviti in appello aveva chiesto assoluzioni per alcune imputazioni e riqualificazioni per altre. Secondo l’accusa, Grancini, che fu arrestato nel dicembre 2017 e doveva scontare 13 anni e 11 mesi, tra cui una condanna per tentato omicidio, sarebbe entrato nel punto vendita biglietti, assieme a Mauriello e Fasoli, e tra le altre cose avrebbe detto: "Bello alto qui, sai come brucia facilmente?".

Ipotesi d’accusa che non hanno retto in secondo grado (le motivazioni del verdetto tra 70 giorni). Grancini, in particolare, era accusato di quattro episodi di tentata estorsione. In base all’inchiesta, la prima presunta condotta intimidatoria nei confronti del titolare del punto vendita sarebbe avvenuta a fine aprile del 2015 per la partita Juve-Real Madrid, dopo che la presunta vittima della tentata estorsione aveva dovuto annullare, per alcune ragioni tecniche, l’emissione di 250 biglietti. Gli ultras sarebbero entrati nel locale per "ottenere" dall’uomo quei "biglietti che erano stati erroneamente stampati" e poi annullati. Proprio in quel caso Grancini, secondo la Procura, avrebbe affermato facendo riferimento al negozio: "sai come brucia facilmente?". Nel maggio 2017, poi, sempre Grancini si sarebbe presentato nel punto vendita per chiedere la "emissione" di biglietti per la partita Juve-Crotone per "certi personaggi - diceva - calabresi di Corsico" e di fronte al rifiuto del titolare avrebbe risposto: "Vedi di farmeli recuperare".

Sempre a maggio 2017, infine, gli ultrà avrebbero cercato di recuperare anche ticket per la partita Roma-Juve e in quell’occasione Grancini, nel punto vendita, avrebbe anche mimato, scriveva la Procura, "il gesto del caricamento di un’arma da fuoco". Tutte le accuse, però, che avevano retto in primo grado (il Tribunale aveva inflitto pene più pesanti rispetto a quelle richieste dal pm) sono cadute oggi con le assoluzioni nel merito per i tre imputati.

Segui gli aggiornamenti

sul sito www.ilgiorno.it