Assemblea sul contratto: lo sciopero è vicino

L’intesa pare sempre più lontana. E lo sciopero sempre più vicino. Alle 15 è in programma l’assemblea generale dei lavoratori della Scala, riuniti nella platea del teatro per ascoltare il resoconto dei loro rappresentanti sulle ultime riunioni sul rinnovo triennale del contratto. Prima però, in mattinata, le delegazioni sindacali si ritroveranno per fare il punto della situazione, anche alla luce di quanto emerso dal vertice di ieri sera con il sovrintendente Dominique Meyer.

Non sono emersi molti dettagli sul faccia a faccia, ma i rumors riferiscono che dal management del Piermarini non sono arrivate buone notizie, o comunque indicazioni che facciano pensare a una rapida conclusione della trattativa; anzi, alle porte potrebbero esserci altri tagli, dopo quello già annunciato per il 2023 dal sindaco Giuseppe Sala. Con queste premesse, è difficile immaginare che l’assise dei dipendenti non confermi lo sciopero proclamato sulla seconda prestazione di sabato, in concomitanza con la prova d’insieme di Boris Godunov.

Di più: se il personale non ritenesse soddisfacenti le risposte arrivate dai piani alti, potrebbero scattare altre agitazioni dopo la Prima (non a rischio), a cominciare dalla seconda rappresentazione dell’opera russa in calendario il 10 dicembre. "Rispetto i sindacati, abbiamo dei rapporti buoni – ha fatto sapere Meyer nella tarda mattinata di ieri, dopo la conferenza stampa di presentazione della Prima –. Sta a noi trovare un’intesa, penso che si potrà". Al momento, la controparte è molto più pessimista su una soluzione positiva in tempi brevi, a meno che non si trovi un compromesso. Quale? Si parla di uno slittamento dell’inizio del triennio da considerare per il rinnovo, dal 2023 al 2024: in questo modo, il teatro avrebbe più tempo per trovare i soldi necessari per soddisfare le richieste; in compenso, potrebbe arrivare al personale una sorta di "una tantum", come già accaduto in passato, o un anticipo sui futuri esborsi. Ipotesi che al momento restano soltanto sullo sfondo, anche perché tutto dipende dalla volontà dei dipendenti. Che oggi pomeriggio diranno la loro.

Nicola Palma

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