Assegno unico Evitare disguidi e discriminazioni

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Danilo

Margaritella*

In vista dell’approvazione del Decreto attuativo sull’assegno unico di cui sappiamo che partirà da marzo, prevederà importi da 50 a 180 euro (fino a 250) e che ci saranno dei sostegni ponte da qui a marzo, ci poniamo una serie di questioni di grande rilevanza che riteniamo debbano essere assolutamente tenute in considerazione. In primo luogo, nessuno e per nessun motivo deve avere un assegno minore rispetto a quanto fino ad oggi percepito. Verrebbero altrimenti toccati dei diritti acquisiti e si ricadrebbe in una riforma “in pejus” che noi non potremmo accettare. È indispensabile, poi, che per tutti i lavoratori dipendenti, che l’erogazione continui ad essere corrisposta in busta paga per evitare disguidi e complicazioni verso una categoria che contribuisce in maniera importante alle ricchezze del paese. Pensando a questo aspetto dobbiamo fare in modo che il decreto non vada ad intaccare altre misure che servono a contrastare la povertà. Misure che oggi vengono demonizzate come il reddito di cittadinanza, (perché l’Italia è fatta da furbetti) e che invece ha contribuito a sostenere le famiglie nei periodi di crisi. Stanno demonizzando questa misura mettendo tutto nel calderone. Per farlo hanno deciso di lasciare a casa a partire dal 31 dicembre 2500 navigator a cui non hanno mai davvero fornito gli strumenti e le opportunità di poter lavorare. Si sapeva fin dall’inizio che il numero di questi, assunti come problem solving non sarebbe stato sufficiente a coprire tutte le esigenze dei mercati. E questo aspetto ci porta a fare la stessa considerazione per Caf e Patronati. Occorre, implementare le risorse di questi due soggetti che svolgono un lavoro prezioso. Su questi temi è opportuno che la ministra Bonetti convochi le parti sociali.

*Segretario generale

Uil Lombardia