Raid ad Assago: "Mio figlio miracolato. Il nostro pensiero è per la famiglia di Luis"

Parla la mamma di F.R., tra i feriti del Carrefour. Sollievo anche per l’anziano ancora ricoverato I parenti del 47enne ucciso: grazie a tutti per la vicinanza

Milano - «Mio figlio è stato dimesso oggi. Non si è ancora ripreso del tutto, anzi il periodo di convalescenza sarà lungo e difficoltoso. Dovrà tornare spesso in ospedale per i controlli. Ma sono convinta che a casa, con attorno i suoi affetti, il recupero sarà meno duro. Ci riteniamo fortunati. Mio figlio è stato un miracolato: poteva andare peggio. Nella sfortuna, siamo stati fortunati". Poche parole al citofono della sua casa di Corsico quelle della signora Elisa, mamma di F.R., quarantenne, dipendente del Carrefour di Assago che giovedì della scorsa settimana è stato accoltellato dal quarantaseienne Andrea Tombolini.

Raggiunto da un fendente al muscolo pettorale, è stato soccorso in codice rosso al Policlinico, dove la stessa sera è stato accompagnato in sala operatoria per “esplorare“ la ferita dopo la tac, che non aveva fatto emergere lesioni per le quali procedere con la chirurgia. Una volta appurato che non ci fosse bisogno di un intervento, con un controllo ulteriore, la ferita è stata medicata e ricucita. E ieri F.R., la cui situazione è migliorata di giorno in giorno, è stato dimesso. A quattro giorni dall’accoltellamento. La furia di Tombolini non ha lasciato scampo a Luis Fernando Ruggieri, quarantasettenne di origine boliviana, dipendente del supermercato come F.R., che ha ricevuto fendenti mortali all’addome. L’uomo, cassiere, che durante la pandemia aveva ripreso gli studi (in Scienze biologiche) e sognava di laurearsi, morto poco dopo la corsa disperata all’Humanitas, mentre i soccorritori cercavano disperatamente di rianimarlo. Era già in arresto cardiocircolatorio.

"Il mio pensiero e quello dei miei familiari è per i parenti di quest’uomo, che era collega di mio figlio. Noi ci stringiamo a loro, siamo vicini al loro dolore", aggiunge la signora Elisa. In ospedale , al Fatebenefratelli, resta invece E.C., ottantenne residente in un palazzone popolare della periferia sud ovest di Milano, che giovedì era al supermercato a fare la spesa quando è stato pugnalato all’improvviso al fianco sinistro. Accompagnato al Fatebenefratelli in codice rosso, è stato operato, intubato e ricoverato in terapia intensiva, in condizioni gravi ma non in pericolo di vita. Adesso resta ricoverato. I vicini di casa raccontano che "i familiari sono preoccupati ma hanno tirato un sospiro di sollievo perché oggi (ieri per chi legge, ndr ) l’anziano è uscito dalla rianimazione. Questo fa sperare in una ripresa più veloce. Speriamo di poterlo rivedere presto a casa".

A casa, invece, è tornata quella notte stessa un’altra ferita, una donna di 72 anni residente sempre alla periferia milanese e colpita alla mano con la lama. È stata medicata al San Gerardo di Monza e dimessa con una prognosi di 30 giorni. Accanto a lei, il marito di due anni più grande che qualche ora dopo ha raccontato al Giorno i momenti di terrore vissuti, con la voce ancora tremante e il viso stanco di chi non aveva chiuso occhio: "C’erano persone che rantolavano e strisciavano sul pavimento pieno di sangue. Io e mia moglie siamo due miracolati".

Erano nella corsia del latte e, mentre la moglie era chinata per prendere un prodotto, parlando nel frattempo al cellulare con la figlia, quell’uomo l’ha raggiunta e colpita. "Io non ho fatto in tempo neppure a reagire. Per un soffio, non sono stato pugnalato anche io. Non ci siamo accorti subito della ferita: ci siamo messi a correre, dicendo agli altri di scappare. E mia moglie ha visto il sangue che le colava sul braccio". Tra i feriti pure Pablò Marì, il difensore spagnolo del Monza accoltellato alla schiena.

È stato operato all’ospedale Niguarda all’indomani dell’aggressione per la ricostruzione di due muscoli lesionati ed è stato dimesso domenica mattina. Dovrà osservare un periodo di riposo assoluto. Ancora, una donna di 81 anni è stata soccorsa ma non ha avuto bisogno del trasporto in ospedale. E mentre i feriti si riprendono, c’è chi purtroppo deve pensare ai funerali. La salma di Luis Fernando Ruggieri non è stata ancora restituita alla famiglia, che di conseguenza non ha ancora fissato la data dell’ultimo addio.

La cerimonia potrebbe svolgersi a Milano, dove il quatantasettenne (aveva compiuto gli anni lo scorso 14 settembre) è cresciuto e ha vissuto fin dall’età di 6 anni, quando è stato adottato dalla Bolivia, oppure a Trezzano sul Naviglio, dove aveva convissuto con la sua compagna Federica. Al centro commerciale Milanofiori, Carrefour ha annunciato che per il tempo del funerale saranno abbassate le serrande e il super resterà chiuso per consentire ai dipendenti di partecipare all’ultimo saluto a Luis. Anche le istituzioni e la comunità latinoamericana saranno presenti. "Ringraziamo tutti per la vicinanza", il commento dei familiari.

 

 

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