Asili nido in Lombardia: sì ai volontari, ma con titoli da educatori

La Commissione Sanità modifica la delibera che consente agli asili nido di reclutare personale delle onlus

Un asilo nido (foto di repertorio)

Un asilo nido (foto di repertorio)

Milano, 27 febbraio 2020 - Sono quattro le modifche apportate dalla Commissione Sanità del Consiglio regionale alla delibera con la quale la Giunta vuole consentire agli asili nido pubblici e privati di ricorrere a volontari iscritti ad associazioni del terzo settore perché affianchino gli educatori e sia così garantita la presenza di almeno due operatori per tutto l’orario del servizio, fissato a 9 ore giornaliere per 5 giorni a settimana.

La prima è una precisazione: il gruppo di lavoro presieduto da Alessandra Cappellari, consigliere regionale della Lega, ha voluto fosse esplicitato nella delibera che potranno prestare servizio negli asili nido i volontari «in possesso dei titoli di studio previsti dagli standard di esercizio». Un’aggiunta chiarificatrice rispetto al testo del provvedimento approvato in Giunta. «Nella versione originale della delibera – spiega Cappellari – c’era un richiamo ad una delibera regionale del 28 dicembre 2017 che già prevedeva il possesso di titoli di studio da parte del volontario. Abbiamo ritenuto che questo requisito dovesse essere meglio esplicitato».

Quindi la seconda modifica. Non solo i volontari delle onlus, ma anche «persone in stage o in tirocinio formativo» potranno essere arruolate negli asili nido per garantire le compresenze. La terza modifica è relativa, invece, al contingentamento degli orari nei quali sarà possibile ricorrere all’aiuto di volontari o di stagisti e tirocinanti. Questi ultimi, infatti, non potranno operare nelle 7 ore di attività finalizzate (attività pedagogiche) ma solo nelle due ore che restano: quelle dell’ingresso e dell’uscita dei bambini, della nanna o di altri momenti di morbida. E saranno gli asili nido ad individuare le due ore in cui ricorrere a volontari, stagisti e tirocinanti.  La quarta ed ultima modifica è relativa al numero minimo di giorni in cui gli asili nido devono stare aperti. Nel testo varato ieri si sottolinea che deve essere garantita un’apertura annuale di almeno 205 giorni «nel rispetto di quanto stabilito dai contratti collettivi di lavoro». Così emendata, la delibera è stata approvata dalla Commissione Sanità con il voto favorevole di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Il Movimento 5 Stelle ha invece espresso voto contrario, mentre il Pd e i Lombardi Civici Europeisti si sono astenuti. Ora la delibera, così rivista e corretta, torna in Giunta per l’ultimo via libera.

«Sono soddisfatta del lavoro svolto – commenta Cappellari –. Abbiamo superato alcuni punti contestati, trovando una nuova definizione dei requisiti, aggiungendo flessibilità al servizio e migliorando quanto già previsto dalla delibera».  I sindacati confederali riconoscono i passi avanti ma ritengono si possa fare di più: «Il testo che esce dalla Commissione migliora, rispetto alla versione originale, alcuni punti critici – si legge nella nota unitaria di Cgil, Cisl e Uil –. Bene il rispetto del contratto collettivo nazionale di lavoro, al quale invece si derogava nella versione precedente. C’è stato un passo avanti rispetto ad un nodo caldo, quello dei volontari: ora è richiesto a questi ultimi di avere gli stessi titoli richiesti alle educatrici e agli educatori e la loro presenza viene limitata al di fuori delle 7 ore di attività pedagogica. Non è invece stata accolta la nostra richiesta di rimodulare il rapporto educatore-bambini (fissato ad 1 a 8 ndr) in base all’età e alle diverse esigenze dei bambini. La partita – conclude la nota dei sindacati – si sposta a questo punto in Giunta». «Non è pensabile inserire i volontari nell’organigramma degli asili – attacca Gregorio Mammì, consigliere regionale del M5S –. Il volontariato è una cosa nobile ma non può sostituire il lavoro di professionisti formati per occuparsi dei più piccoli». Quindi Carmela Rozza, consigliere regionale del Pd: «Si è quanto meno migliorata l’irricevibile delibera proposta dall’assessore regionale Stefano Bolognini che voleva affidare i bambini a volontari senza titoli. Ma è sbagliato continuare a trattare i nidi come un servizio sociale e non come un servizio educativo. Per questo, a breve, presenteremo una mozione».

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