Asili al collasso, educatori sul piede di guerra

Fondazione Generiamo in stato di agitazione e i genitori protestano per il tempo pieno a singhiozzo, nonostante il pagamento della retta

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di Laura Lana

Uno stato di agitazione, che potrebbe portare gli educatori della Fondazione Generiamo anche sotto il municipio per manifestare tutte le difficoltà, vissute in questo anno all’interno dei nidi di Sesto. Un servizio andato avanti a singhiozzo tutto l’anno, come hanno raccontato sia i sindacati sia i genitori che, soprattutto in alcuni asili, non hanno quasi mai potuto usufruire dell’orario prolungato nonostante l’iscrizione lo scorso anno e il pagamento della retta piena. Personale mancante, bandi in ritardo, ricorso agli straordinari e soprattutto la disparità tra i nidi gestiti direttamente dal Comune e quelli dalla Fondazione (che è partecipata al cento per cento dal municipio ma prevede un diverso contratto e salario per le educatrici). "C’è stata una totale inefficienza nella gestione dei nidi e un cortocircuito tra l’ente e la fondazione che non riesce a trovare personale per le condizioni di lavoro - denuncia un papà -. Intanto, gli utenti pagano il servizio fino alle 18 senza usufruirne". La situazione è complessa ovunque, ma per Generiamo è ancora peggio, denunciano sindacati e genitori. "Da settembre 2019, quando Fondazione Generiamo è stata istituita, sono state assunte 51 educatrici, di cui 5 solo nel mese di maggio - replica l’assessore all’Educazione Roberta Pizzochera -. Con questo organico il regolare svolgimento delle attività è sempre stato rispettato, anche sopperendo ad assenze legate a maternità, malattie e infortuni, organizzando sostituzioni nel limite del possibile. Ricordiamo che la carenza di personale è un problema di livello nazionale come emerso durante le procedure di selezione". Eppure, solo nel 2016, oltre mille persone si presentarono da ogni parte d’Italia: per la prova scritta si dovette allestire il palazzetto del ghiaccio e in palio non c’era neanche un posto a tempo indeterminato, ma solo la possibilità di restare in una graduatoria da cui il Comune avrebbe attinto. Senza contare che, quest’anno, "i problemi erano emersi già nelle prime settimane del servizio - spiegano i comitati genitori -. Le cinque nonché uniche assunzioni sono di maggio, ovvero a due mesi dalla chiusura dei nidi. Parlare di regolare svolgimento dell’attività non è corretto perché più di una sezione non ha mai avuto il servizio a tempo pieno prima del fatidico mese di maggio, senza contare che gli altri nidi sono riusciti a erogare il servizio unicamente grazie all’uso sistematico degli straordinari da parte del personale e delle coordinatrici che invece non dovrebbero partecipare all’attività di sezione". È il caso del nido Croce, dove a gennaio c’è stato l’orario ridotto alle 13.30, ma soprattutto al Tonale dove il servizio fino alle 18 è stato un miraggio nonostante il pagamento intero delle rette. "Abbiamo in programma nuove assunzioni in modo da avere in organico fin da subito due educatrici a 36 ore a copertura di gravidanze e malattie impreviste - conclude Pizzochera -. A breve partiranno i corsi di formazione obbligatoria, stoppati dal Covid. Abbiamo concordato che per le chiusure imposte dal Comune le ferie saranno pagate come permessi retribuiti".

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