Ascensore ko, odissea per i disabili. Portati a braccia da prof e bidelli

Rabbia e proteste in un istituto di Milano. "Allucinante e pericoloso"

Disabili portati a braccia in classe

Disabili portati a braccia in classe

Milano, 31 ottobre 2017- Ogni mattina, al suono della campanella, sollevano fra le braccia gli alunni in carrozzina per permettere loro di raggiungere la classe: l’ascensore è rotto. Succede all’istituto Marignoni-Polo di Milano, a una manciata di metri dall’Arco della Pace. Succede da quindici giorni ed è già la terza volta dall’inizio dell’anno. Non si tirano indietro il preside Pietro De Luca, lo storico collaboratore scolastico Marco Annibale e i professori, ma l’emergenza causata da un guasto sta diventando la routine e la preoccupazione sale. «È allucinante, ed è anche pericoloso – scuote la testa Michele Pozio, coordinatore degli insegnanti di sostegno –. Noi apriamo le porte ai ragazzini che vengono rifiutati da altre scuole, ma non ci vengono incontro in nulla».

L’edificio che oggi ospita l’istituto superiore tecnico-economico e il professionale è dei primi del Novecento, una decina di anni fa è stato messo in sicurezza, con le scale antincendio, ma manca lo scivolo. Cinquecento gli alunni (800 se si conta la seconda sede), una settantina gli studenti disabili, fra cui quattro in carrozzina. «In caso di incendio ho creato una squadra per loro – continua De Luca – pronta ad accompagnarli a braccia sino all’uscita. Oggi tutti i ragazzi disabili sono nelle aule al piano rialzato». Ma ci sono sette gradoni da affrontare, un metro e mezzo di scalata. Escono prima, per evitare la ressa e i pericoli. Senza ascensore non possono partecipare ai laboratori, ai piani superiori. 

«Cerchiamo in tutti i modi di garantire il diritto allo studio, abbiamo tanti progetti di accoglienza. Ma che diciamo ai genitori, che i loro figli non possono entrare perché ci sono le barriere?»: scrive fiumi di lettere il preside. Chiama, sollecita, fa pressing. Marco Annibale, 40 anni di servizio, scuote la testa: «Non c’è il montacarichi. Li accompagniamo su e giù in tre: 50, 70 chili più le carrozzine. Stiamo molto attenti, ma è una responsabilità». Dopo giorni di attese, arriva la promessa della Città Metropolitana che ha ereditato dalla Provincia di Milano 150 edifici scolastici: «Mi scuso se ci sono stati ritardi nella comunicazione con la scuola – risponde Roberto Maviglia, consigliere con delega all’Edilizia scolastica-, vorrei rassicurare il preside dell’istituto che l’intervento per la riparazione dell’ascensore verrà effettuato domani (oggi, ndr) e che i tempi si sono allungati a causa di un ritardo nella consegna di un pezzo di ricambio. 

E poi: «La situazione di difficoltà in cui si trova Città Metropolitana e la mancata approvazione del bilancio 2017 rendono difficile rispondere in modo celere a questi problemi. In ogni caso, per il futuro l’attenzione e l’impegno saranno massimi soprattutto quando sono coinvolti studenti disabili». «Sistemeranno l’ascensore, vivaddio», tira un sospiro di sollievo il preside, solo uno: «In caso di emergenza lo scivolo non c’è. Il problema resta».

 

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