L'ascensore fuori uso riparato dopo 15 anni: "Troppo bello, non ci speravamo più"

Svolta nel caseggiato Aler di via Spaventa per gli inquilini con disabilità e invalidità: lavori e collaudi finiti

alcuni inquilini davanti all’ascensore finalmente funzionante

alcuni inquilini davanti all’ascensore finalmente funzionante

Milano - ​L’orologio segna le 14.26 quando un operaio sbuca nel cortile condominiale e dà l’annuncio: "L’ascensore è a posto". I discorsi degli inquilini si interrompono giusto per un attimo. L’operaio estrae una sigaretta dal pacchetto e fa per accenderla ma viene distratto dalla domanda di Maria Francesca Coggiola. Lei è la memoria storica del quartiere: qui è nata e cresciuta, qui è rimasta quando si è sposata, qui ha cresciuto a sua volta i figli. Ora guarda l’operaio con gli occhi spalancati: "Possiamo fare un giro?".

Lo farà quel giro. Lo farà insieme a Cinzia Facchin, un’altra inquilina. "Non avrei mai immaginato che sarebbe arrivato il momento di salirci" fa sapere Maria una volta tornata al piano terra. Nel caseggiato di edilizia popolare di via Spaventa 1, scala E, ci speravano in pochi ormai: quell’ascensore, infatti, era fermo da 15 anni. Installato per la nel 2007, non ha funzionato un solo giorno, costringendo così gli inquilini con invalidità o disabilità ad una vita da reclusi.

Tre settimane fa , per l’esattezza il 24 agosto scorso, avevamo raccontato per la prima volta il caso dell’ascensore che – prendendo a prestito una fortunata scena di un film del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo – non poteva né scendere né salire. E avevamo raccontato di Lina Ongaro, 76 anni, invalida al 100%, costretta a muoversi sulla sedia a rotelle. Fino ad oggi Lina ha dovuto rassegnarsi ad uscire di casa solo quando non poteva farne a meno, solo quando doveva sottoporsi a controlli, visite o esami medici.

Senza un ascensore che funzionasse, la sua libertà di movimento è dipesa dagli uomini e dalle donne del 118: in questi anni sono stati loro a portarla, di gradino in gradino, fino al piano terra e da qui al presidio sanitario dove aveva appuntamento. Un servizio a pagamento, tra l’altro: in media 70 euro a viaggio. Ieri anche Lina ha voluto fare un giro in ascensore. Il timore di tutti, ad una prima occhiata, era che la sedia a rotelle non ci entrasse.

Per fortuna si è rivelato un timore infondato: la sedia a rotelle ci sta e c’è spazio anche per Paolo, suo figlio e suo accompagnatore. "È troppo bello – dice, allora, Lina dopo il suo primo saliscendi –. Sembra impossibile ma è così. Sono contenta". Parole diverse da quelle che aveva rilasciato tre settimane fa: "Io vivo da reclusa" aveva fatto sapere senza giri di parole.

Avevamo raccontato anche del rammarico di Rosanna Liporace, un’altra inquilina, che nel 2014 ha ospitato in via Spaventa sua madre, rimasta vedova e colpita dal morbo di Parkinson. La malattia ha fatto in tempo a prendersi sua mamma senza che l’ascensore abbia mai funzionato. La donna è venuta a mancare nel 2021. E Rosanna ci ha pensato anche ieri, anche nel momento in cui l’ascensore ha iniziato le sue corse: "Mi spiace che mia madre se ne sia andata senza potersene servire". Lo aveva raccontato con amarezza quel 24 agosto: "Negli ultimi due anni di vita lei non ha mai potuto vedere il sole, era impossibile portarla anche solo in cortile".

In cortile ieri, in attesa dell’annuncio, c’era anche Delio Rancati, 64 anni, e un’invalidità del 70% a causa un delicatissimo intervento al cuore che gli provoca problemi di respirazione: "Io mi faccio arrivare tutta la spesa a domicilio – aveva raccontato –. Mi affatico in fretta, non posso portare borse e pesi". "Finalmente funziona – confermava ieri a chi gli chiedeva –. Ora le persone anziane e quelle che hanno problemi possono uscire di casa". Ieri, nel cortile di via Spaventa, c’era anche Domenico Ippolito, direttore generale di Aler Milano che gestisce quello che è il caseggiato popolare più antico della città.

"Dopo mille peripezie con le imprese che, francamente, negli ultimi anni ci hanno dato tanti problemi, possiamo dire oggi che l’ascensore viene ripristinato – ha dichiarato –. Un ascensore nuovo, al servizio dei nostri anziani e del nostro inquilinato". La stessa Aler aveva fatto sapere, come detto, che un primo ascensore era stato installato nel 2007 senza che funzionasse. Si è quindi aperto un contenzioso con la ditta che era stata incaricata dei lavori e nel 2021 l’ascensore – nel frattempo sempre fuori uso – era stato sostituito. Ieri la svolta.

mail: giambattista.anastasio@ilgiorno.net

 

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