'Officine de Rolandi', una factory di artigiani creativi a Milano

Vicino a piazzale Accursio, un luogo dedicato all’artigianato e al design

FUTURO L’area  è occupata  da cinque strutture che risalgono al 1925 già restaurateIMPEGNO Ludovica Cabib, proprietaria degli spazi

FUTURO L’area è occupata da cinque strutture che risalgono al 1925 già restaurateIMPEGNO Ludovica Cabib, proprietaria degli spazi

Milano, 10 novembre 2018 - Vicino a piazzale Accursio, una «factory» dedicata all’artigianato e al design: si chiama Officine de Rolandi e sorge nell’omonima via al civico 14. Niente a che fare coi tanti loft in giro o le palazzine nuove di pacca. Sono cinque capannoni che risalgono al 1925, ristrutturati per ospitare laboratori per artisti e artigiani dell’arredo, oltre che mostre, eventi, corsi e workshop in tema. I capannoni occupano una superficie di 1800 metri quadrati a cui se ne aggiungono altri 1200 in cortili. In totale 3mila metri quadrati invasi da tanta luce e con in più il fascino dei luoghi dove c’è già stata fatica e lavoro: sono stati nel corso dei decenni opifici per la realizzazione di scale aree, laboratori di tornitori, officine per moto e auto. Da quasi 10 anni giacevano abbandonati a sé. La proprietaria, Ludovica Cabib, 43 anni, avrebbe potuto buttare giù tutto e puntare sul residenziale.

Invece ha fatto una scelta più bella e coraggiosa: restaurarli per destinarli a «un laboratorio del fare e del pensare» dice. Gli spazi in affitto per il co-working vogliono creare «una filiera integrata nella quale ognuno possa trarre vantaggi dalla vicinanza, non solo fisica, ma anche dei rapporti con architetti, designer, arredatori d’interni e privati. L’unione fa la forza» aggiunge. Una fabbrica creativa, insomma, dove lei, con in tasca una laurea in Farmacia ed ex manager marketing di multinazionali del farmaceutico, non si limiterà alla gestione, ma sarà protagonista attiva del fermento di opere e idee del posto. Continuando la produzione di piastrelle decorate a mano e personalizzate, un’attività a cui si dedica da cinque anni, dopo essersi licenziata da «big pharma» per riappropriarsi della sua dimensione interiore più autentica e occuparsi anche della famiglia e di due figli. Il restauro dei capannoni dura da 3 anni e l’approccio adottato filologico: «Ho cercato di rispettare l’intrinseca bellezza di questo luogo. Ho voluto che si conservasse il soffitto a capriate, i tetti con le tegole marsigliesi, il carroponte e trasformare altri oggetti in elementi d’arredo, come il tavolo del tornio».

Decisiva nel 2016 la vittoria di un bando del comune di Milano e Camera di Commercio, coi servizi di sostegno alla creazione di nuove imprese: «Mi ha dato la spinta per portare avanti a questo progetto». Che è ormai realtà, dove sono già sorte alcune attività artigianali, oltre a quella di Cabib: Matteo Terragni produce lampade particolari, Orsola Clerici e Chiara Trioglio creano carte da parati artistiche. I luoghi recuperati diventeranno punto di scambio di competenze e acceleratori di business ma si prestano pure ad essere location per eventi all’insegna del bello: il capannone centrale che verrà inaugurato fra pochi giorni si prefigura come posto ideale per incontrarsi, impreziosito da una serra, per un party o una cena esclusivi.

Annamaria Lazzari

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