Tentata estorsione, capo ultrà Juve a processo

Secondo l'accusa avrebbe minacciato il titolare di una società milanese di eventi sportivi per costringerlo "a procurare biglietti" con una "corsia preferenziale"

Carabinieri in azione (Newpress)

Carabinieri in azione (Newpress)

Milano, 14 giugno 2018 -  Il capo dei Viking, gruppo ultrà della Juventus, Loris Grancini, è stato rinviato a giudizio assieme ad altri due tifosi della curva bianconera perché, stando ad un'inchiesta del pm di Milano Enrico Pavone, avrebbe minacciato il titolare di una società milanese di eventi sportivi per costringerlo "a procurare loro biglietti" con una "corsia preferenziale" per le partite della vecchia signora. Lo ha deciso il gup Stefania Pepe che ha accolto la richiesta di processo della procura e ha fissato l'inizio del dibattimento per il 2 ottobre davanti alla sesta sezione penale. 

Secondo l'accusa, Grancini - difeso dal legale Luca Ricci e arrestato lo scorso dicembre per l'esecuzione pena, perché deve scontare 13 anni e 11 mesi tra cui una condanna per tentato omicidio - entrato nel punto vendita biglietti, assieme a Christian Mauriello, difeso dall'avvocato Marco Ventura, e a Christian Fasoli, altro imputato, avrebbe detto: "Bello alto qui, sai come brucia facilmente?". E nel maggio dello scorso anno, poi, sempre per intimidire il titolare della società avrebbe fatto riferimento a "questi calabresi di Corsico", comune dell'hinterland milanese. 

Stando all'inchiesta, la prima condotta intimidatoria nei confronti del titolare del punto vendita sarebbe avvenuta a fine aprile 2015 per la partita di Champions Juve-Real, dopo che la presunta vittima della tentata estorsione aveva dovuto annullare, per ragioni tecniche, l'emissione di 250 biglietti. I tre sarebbero entrati nel locale per "ottenere" dall'uomo "i biglietti che erano stati erroneamente stampati" e poi annullati. In quel caso Grancini, secondo la Procura, avrebbe  affermato facendo riferimento al negozio: "Sai come brucia  facilmente?". E gli altri due con la loro presenza avrebbero, in sostanza, dato "sicurezza" al capo ultrà.

 

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