Aria condizionata guasta, orario ridotto in biblioteca

Protestano i cittadini: "Il problema è noto da mesi. Invece di rimediare. si penalizzano gli utenti"

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Non va l’aria condizionata e il Comune riduce gli orari al centro polifunzionale. Da ieri infatti la biblioteca è accessibile solo dalle 9 alle 14 (prima fino alle 19). Dall’8 al 27 agosto è prevista la chiusura totale. Una decisione che ha sollevato la protesta di molti cittadini, anche perché secondo alcuni il guasto risale a due mesi fa e ci sarebbe stato tutto il tempo (e i soldi) per ripararlo. "Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, si dice, ma qui a Opera la gestione della cosa pubblica fa acqua da tutte le parti, nonostante la siccità", è il commento ironico di Pino Pozzoli, consigliere comunale di opposizione. "Cambia il colore della giunta ma non cambiano i risultati, anzi peggiorano – spiega Pozzoli –. Prima era la giunta centro leghista, ora quella di centro sinistra. Com’è possibile che con questa emergenza da bollino rosso che sta attanagliando tutta Italia e in particolare la nostra regione, con temperature da un mese attorno ai 35 gradi, non si intervenga rapidamente per garantire la fruibilità del centro polifunzionale? Sono due mesi che è sprovvisto di aria condizionata nonostante all’interno vi siano la biblioteca comunale, le aule studio, un bar e le sale prenotabili da terzi. Ovviamente i ragazzi con questo caldo torrido fuggono dal centro. Cosa che non può fare chi nel centro lavora". Sui social sono decine i cittadini che chiedono spiegazioni e un intervento urgente ma il Comune ha deciso di ridurre le attività. "C’è dell’incredibile nell’ordinanza emanata dal sindaco. Il centro polifunzionale è sprovvisto di aria condizionata e invece di sistemare l’impianto per garantire la fruibilità l’amministrazione decide di ridurre il servizio pubblico. Eppure il bilancio è stato approvato a fine maggio e i soldi sono nelle disponibilità dell’ente". Dal Comune per ora nessuna replica.

In questi giorni di gran caldo i problemi si registrano un po’ ovunque. Anche nelle piscine comunali come quella di Pieve Emanuele dove per accedere si viene schedati. "Volevo passare una giornata in piscina per contrastare questo caldo estenuante - racconta una giovane donna pievese - quando sono arrivata all’ingresso al momento di pagare mi è stato chiesto di fare una foto tessera altrimenti non avrei potuto accedere. Mi pare assurdo. Posso capire, ma fino a un certo puto, se uno fa un abbonamento. Ma per una giornata in piscina essere fotosegnalati è troppo. Me ne sono andata".

Massimiliano Saggese

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