Sesto, dal museo Campari al Carroponte: l’industria è diventata archeologia

Nelle aree dismesse rivive la memoria del territorio

L'arena estiva del Carroponte

L'arena estiva del Carroponte

Non ci sono solo le cattedrali delle Falck a ricordare il passato industriale di Sesto San Giovanni. Dal capolinea del treno, del metrò o dei bus, da piazza Primo Maggio basta fare qualche passo a piedi per trovarsi davanti un’insegna in ferro battuto e una facciata liberty a mattoni: è quella originale della Campari, che in viale Gramsci arrivò nel 1904 con la fabbrica che produsse l’aperitivo fino al 2005. Oggi, al di là della facciata storica, c’è il museo d’impresa, aperto nel 2010 per i 150 anni del brand tra caroselli, installazioni interattive, poster. Sui due fianchi si possono ammirare due bassorilievi, realizzati per il nuovo quartier generale su bozzetti di Fortunato Depero, in omaggio ai due prodotti storici di casa Campari: Bitter e Cordial. 

La sede Campari in viale Gramsci
La sede Campari in viale Gramsci

Continuando a piedi o in bicicletta (a breve si potrà tornare a noleggiarne una in bicistazione) si arriva al Rondò dove in via Solferino 37 si può vedere l’edificio che dal 1922 fino al recente passato ospitava la Tipografia Goretti. Da lì, andando verso Milano, si arriva al Parco archeologico ex industriale, nato sulle ceneri della Breda. A dominare l’area è il Carroponte con la sua struttura metallica alta 20 metri, larga 60 e lunga 200, realizzata negli anni ’30, rimasta in attività fino agli anni ’80, lasciata in stato di totale abbandono per circa vent’anni, infine restaurata e trasformata nell’arena concerti delle estati milanesi. Sotto queste volte d’acciaio illuminate da barre di led, negli ultimi 15 anni si sono esibiti i più grandi nomi della scena italiana e internazionale. Girando per il parco, si troveranno altri cimeli. Nello Spazio Mil è conservato un maglio a vapore, completamente d’acciaio, costruito dalla Breda e utilizzato fino alla fine degli anni ‘80.

Vestigia della Breda, tra capannoni e rifugi antiaerei, si possono scorgere anche all’interno del Parco Nord: basta percorrere la ciclabile Malabrocca, dedicata alla maglia nera del Giro d’Italia, passare sotto la monumentale scultura Porta Breda dell’artista Michele Festa e attraversare via Milanese. Se invece si vuole continuare la caccia archeologica, lungo viale Italia si possono ammirare l’ex acquedotto civico, che ora ospita la Lilt, la sede dell’Edison, in stile liberty, le Torri dell’acqua e arrivare al Villaggio Falck, con le case costruite per gli operai e gli impiegati, l’asilo Montessori e la chiesa di San Giorgio alle Ferriere, con le vetrate che ritraggono le tute blu. Per qualcosa di particolare, a Cascina Gatti si trovano due vecchie fornaci, dove venivano prodotti i mattoni.

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