Milano, l'arcivescovo Delpini in Consiglio comunale: richiamo alla Costituzione/ FOTO

Il cardinale ha parlato di "povertà di contenuti" in vista delle Europee. E per il benessere della città pensa che "la famiglia sia una risorsa determinante"

L'arcivescovo di Milano Mario Delpini in Consiglio comunale

L'arcivescovo di Milano Mario Delpini in Consiglio comunale

Milano, 11 febbraio 2019 - È iniziato con la lettura dell’articolo 3 della Costituzione italiana ("tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche...") l'intervento che l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ha tenuto di fronte al Consiglio comunale della città. L’ultimo arcivescovo a parlare nell’aula consiliare era stato nel 2002 il cardinale Carlo Maria Martini. Monsignor Delpini per questa visita ha raccolto l’invito del presidente del Consiglio comunale, Lamberto Bertolè, che ha aperto la seduta straordinaria.

Tra gli elementi che compongono il "linguaggio comune" tra chiesa, istituzioni e forze della città "è doveroso riconoscere la Costituzione della Repubblica italiana - ha ricordato Delpini -. Si riconosce che la nostra Costituzione è un testo che conserva il suo valore e nella prima parte raccoglie il convergere di principi condivisi dai padri costituenti, che pure esprimevano culture, punti di vista, ideologie diverse e anche contrastanti". Il riferimento alla Costituzione però secondo l’arcivescovo di Milano «"non può essere solo un appello retorico, deve piuttosto essere un criterio per orientare e giudicare le scelte, con l’inevitabile impegno di interpretazione e di mediazione nel contesto attuale - ha concluso -. Per esempio l’articolo 3 che ho citato in premessa indica impegni e orientamenti che possono essere molto incisivi nelle scelte ordinarie dell’amministrazione comunale". Proprio l’arcivescovo Delpini nel suo discorso alla città in occasione delle celebrazioni di Sant’Ambrogio aveva suggerito di iniziare ogni Consiglio comunale con la lettura di un articolo della Costituzione.

"POVERTA' DI CONTENUTI" -  "La prospettiva di Milano deve essere europea e mediterranea, per essere fedele alla sua vocazione", ha sottolineato Delpini in un passaggio del suo discorso. "Questi orizzonti irrinunciabili acquistano particolare fascino e sono una particolare responsabilità in questa stagione che prepara le elezioni europee - ha concluso - e registra una povertà preoccupante di contenuti".

DELPINI: "FAMIGLIA COME RISORSA DETERIMINANTE" - Per Delpini, "la considerazione della famiglia e la sua centralità per il benessere della città si scontra con la tendenza diffusa a dare enfasi ai diritti individuali, nel costume, nella mentalità e nella legislazione nazionale come nelle delibere comunali», è invece proprio «la famiglia la risorsa determinante per favorire il convivere sereno e solidale". Delpini ha ribadito poi quanto sia a suo parere "ragionevole, in vista della promozione del bene comune, che si promuova la famiglia come forma stabile di convivenza, di responsabilità degli uni per gli altri, di luogo generativo di futuro".

DELPINI: "ALLEANZA TRA ISTITUZIONI" - Intensificare "l'alleanza delle istituzioni intesa come uno stile di rapporti, di incontri, di  confronto che diventa il contesto favorevole a rispondere alle domande imposte dal presente e dal futuro". È la sfida lanciata dall'arcivescovo di Milano. "Si deve riconoscere che nella tradizione milanese le istituzioni hanno coltivato rapporti di stima reciproca, di abituale collaborazione, di molteplicità di confronti - ha ricordato Delpini -. Credo che la stagione sia propizia e incoraggiante per intensificare questa dinamica positiva". L'arcivescovo ha poi ribadito davanti ai consiglieri, alla giunta, al sindaco, Giuseppe Sala, «la disponibilità della Chiesa diocesana ad essere partecipe di questa alleanza, per farsi promotrice attiva di quanto può consolidarla e renderla operativa nell'affrontare le domande di più ampio orizzonte e le domande che sorgono dalla cronaca spicciola - ha concluso -. La Chiesa ambrosiana può offrire il servizio disinteressato per coniugare sviluppo ed equità, sicurezza e inclusione con la sua presenza capillare in tutta la città e la sua riserva di sapienza e di speranza che le ha consentito di attraversare i secoli e di guardare con fiducia al futuro»".

SALA: "MILANO  NON PUO' PERDERE VOCAZIONE ALL'APERTURA" - Il sindaco Beppe Sala nel suo intervento ha detto che "Milano non può perdere la sua vocazione all’apertura, perché proprio questa è iscritta nella sua identità, cioè la capacità di integrare il nuovo e il diverso". "L'accoglienza, come categoria generale, non è per la milanesità solo un affare di buon cuore e di buon sentimento, ma uno stile organizzato di integrazione che rifugge dalla miscela di principi retorici e di accomodamenti furbi, e si alimenta soprattutto ad una testimonianza fattiva", ha aggiunto. "Non basta chiudere una porta per negare la realtà. Non possiamo restare a guardare per paura di essere travolti. Usiamo la testa, usiamo il cuore, usiamo il coraggio. Non possiamo concepire il ruolo della politica come un continuo confronto elettorale - ha concluso - o come l'estenuante ricerca di un consenso minuto per minuto". Il sindaco ha poi ricordato l’invito rivolto dall’arcivescovo alla politica perché sappia guardare al futuro. «In un pianeta talmente interconnesso da fare dell’informazione la sua materia prima, la politica o reagisce o è destinata a veder tramontare la sua rilevanza - ha concluso -. A meno che non si concepisca questo ruolo nell’assecondare qualsiasi voluttà popolare, fosse anche l’orrore che scaturisce dalla profondità della rete o nel dire la sua su ogni dettaglio del quotidiano".

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