Torre dei Moro, è sfida fra archistar per farla rinascere: in lizza Boeri, Femia e Piva

Esclusi Scandurra e Pura Lab: assemblea per votare il progetto migliore

In corsa anche il progetto presentato dall’architetto Alfonso Femia

In corsa anche il progetto presentato dall’architetto Alfonso Femia

La decisione finale nella sfida fra archistar sul futuro della Torre dei Moro arriverà dopo il ponte dell’Immacolata, quando verrà convocata un’assemblea di condominio per votare il progetto che darà nuova vita al grattacielo di 16 piani andato a fuoco il 29 agosto 2021, senza per fortuna causare vittime ma lasciando senza un tetto 82 famiglie. Intanto, attraverso un sondaggio fra i residenti, è già stata fatta una prima scrematura sui cinque progetti di riqualificazione offerti gratuitamente da altrettanti architetti. Sono stati esclusi quelli di Alessandro Scandurra e dello studio fiorentino Pura Lab.

Restano in corsa le proposte di Stefano Boeri, Alfonso Femia e Marco Piva, un altro nome di peso a livello internazionale che si è fatto avanti per firmare la rinascita della torre di via Antonini. Il filo comune è quello del verde, simbolo di una nuova vita per l’edificio distrutto. Progetti che verranno portati davanti all’assemblea dei condomini: il voto decreterà il vincitore. "Sarà un passaggio importante – spiega Mirko Berti, portavoce dei residenti – perché abbiamo bisogno di accelerare i tempi. Il nostro obiettivo è quello di iniziare i lavori nella primavera del 2023, per riuscire a rientrare nelle nostre case il prima possibile". Anche con l’obiettivo di "ricostruire una comunità" di famiglie ora sparse in diverse zone di Milano, il 17 dicembre i residenti della Torre dei Moro offriranno un concerto di Natale ai milanesi. Lo spazio scelto, grazie al finanziamento di alcuni sponsor, è l’auditorium dell’Ics International School in viale Ortles 46.

Gli abitanti stanno organizzando inoltre una mostra, in collaborazione con i Vigili del fuoco, che ha l’obiettivo di lanciare un messaggio sulla sicurezza degli edifici da trasmettere anche ai candidati alle elezioni Regionali in Lombardia. "Abbiamo chiesto più volte una mappatura, locale e nazionale, degli edifici realizzati con materiali infiammabili – spiega Berti – e un cambio di passo sulla sicurezza, visto che a livello normativo non è cambiato nulla". Dalle indagini della Procura di Milano - che nei giorni scorsi ha chiesto il processo per 16 persone - è emerso infatti l’utilizzo di pannelli non ignifughi sulla facciata “a vela“ del palazzo. Sempre con l’obiettivo, alla radice di quasi tutti gli incidenti, di risparmiare sui costi.

 

 

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