Arbitri ostaggio dei violenti: "Basta alle aggressioni in campo e fuori"

Appello a tesserati e società di Giuseppe Baretti presidente del Comitato regionale lombardo

Un arbitro

Un arbitro

Milano, 11 marzo 2018 - Solitamente i bilanci si fanno a fine stagione, nel calcio non sempre è così. Ecco perché dopo il ripetersi di atteggiamenti aggressivi e poco rispettosi delle regole (soprattutto a livello giovanile), il presidente del Comitato regionale della Lombardia, Giuseppe Baretti, nei giorni scorsi ha rivolto un appello a tesserati e società, per dire basta a folli comportamenti in campo e sugli spalti. «Devo registrare episodi, recentemente avvenuti, connotati da violenza ai danni di direttori di gara che non sono assolutamente tollerabili nel mondo del calcio dilettantistico», lo sfogo del presidente.

In effetti i referti degli arbitri e i comunicati del giudice sportivo raccontano una stagione calcistica, a livello dilettantistico, abbastanza turbolenta in tutte le province: si va dalle pesanti sanzioni (per sei calciatori e due dirigenti rei di aver offeso e minacciato l’arbitro) dopo il rovente finale Asola-Castiglione del torneo “Giovanissimi”, alla sospensione della partita Eagles Caronno Varesino-Mascia United a Caronno (terza categoria), dopo che sul 4-0, il portiere della squadra ospite avrebbe prima insultato e poi aggredito il direttore di gara. Stessa cosa accaduta in Buguggiate-San Luigi Albizzate (Girone Z di Seconda Categoria), pure sospesa per aggressione all’arbitro. Persino nel calcio a 5 (Carioca - La Fortezza, serie C2) un giocatore è stato squalificato per un anno per aver minacciato il direttore di gara, cercando di colpirlo con un pugno.

Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso, suscitando la reazione del Palazzo calcistico lombardo, è stato il comunicato del Giudice sportivo di pochi giorni fa. Punite infatti con la doppia sconfitta a tavolino (0-3) Bollatese e Sedriano a seguito dei fatti avvenuti lo scorso 26 febbraio durante la gara del campionato juniores regionale B. La partita era stata sospesa dall’arbitro al 33’ del secondo tempo «a causa di verificarsi di fatti di natura violenta e di una rissa - si legge nel comunicato del giudice sportivo - che ha visto coinvolti parecchi dei calciatori di entrambe le società per ben una decina di minuti». A scatenare il tutto un acceso diverbio tra il calciatore del Sedriano, Giordano Norman e il dirigente della Bollatese, Fabrizio Castelli durante una pausa di gioco. Entrambi, dopo essere stati allontanati dal campo dall’arbitro, avrebbero proseguito la “discussione” negli spogliatoi, trasformatosi in un ring e coinvolgendo altri calciatori di tutte e due le squadre che avevano lasciato il terreno di gioco senza autorizzazione del direttore di gara. Nel referto si parla dello stesso Castelli ferito ad una mano ed un’altra persona che perdeva sangue dal labbro, oltre «al massaggiatore della Bollatese circondato minacciosamente da 3-4 calciatori del Sedriano». Non potendo identificare i partecipanti alla maxirissa, ecco la doppia sconfitta a tavolino. In più due giornate a Giordano, inibizione fino al 16 maggio a Castelli e ammenda di 150 euro a entrambe le società. Questo non è calcio.

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