Anziani, l'indagine: 13% in povertà, in 100mila vivono confinati in casa

Il 34,8% dei lombardi ha più di 55 anni, crisi demografica senza fine "Viene meno il supporto delle famiglie, servono interventi pubblici"

Milano, 9 febbraio 2023 - Famiglie disgregate, pensioni bruciate da crisi e carovita, servizi sul territorio che latitano. Il quadro che emerge da un’indagine dei sindacati dei pensionati sulla condizione degli anziani in Lombardia è allarmante, a partire da un dato: il 13% degli over 55 lombardi, circa 488mila persone, vive in condizioni di povertà, con un reddito familiare netto che non arriva ai mille euro al mese. E all’indigenza si aggiunge anche il dramma della solitudine. Un terzo degli anziani lombardi vive da solo e un alto numero subisce un’auto-reclusione domestica, accentuata negli anni della pandemia.

Oltre i 75 anni si toccano vette del 14%: 100mila anziani lombardi confinati in casa - emerge dal rapporto realizzato da Spi-Cgil Fnp-Cisl e Uilp-Uil della Lombardia attraverso interviste su un campione di 1211 persone - "con evidente bisogno di aiuto". Lo scenario, con la crisi demografica, è quello di una regione che invecchia e supera la soglia di 3.455.759 residenti di età compresa tra i 55 e gli 85 anni, pari al 34,8% della popolazione. "Da qui al 2050 l’Italia conterà cinque milioni di cittadini in meno – sottolinea l’assessore al Welfare del Comune di Milano Lamberto Bertolè – e l’aspettativa di vita sempre più lunga degli anziani costringerà il sistema del welfare a cambiare pelle".

Due intervistati su 10 dichiarano uno stato di salute "problematico o molto problematico". La quota cresce tra i più anziani, ma è soprattutto alta (a parità di età) tra chi vive solo (il 34%). Sono 160mila gli anziani che vivono soli e non possono contare su alcun aiuto in caso di bisogno. Da qui nasce anche la richiesta di "essere tutelati e protetti dall’ente pubblico", che prende il posto della famiglia come prima ancora di salvezza. La sanità di prossimità, però, è ancora "molto lontana dal diventare una realtà concreta e funzionante": sei anziani su 10 non hanno mai utilizzato servizi pubblici, dall’assistenza sociale ai centri diurni.

La nota positiva è quella sull’invecchiamento attivo, perché gli anziani lombardi si mostrano più autonomi rispetto ai coetanei di altre regioni. "Da tempo chiediamo alla Regione di aprire un tavolo permanente sugli anziani – spiega Federica Trapletti, segretaria Spi-Cgil – senza ottenere passi concreti". Cresce anche la richiesta di assistenza domiciliare, ma il numero di badanti è insufficiente per far fronte alla domanda. "Il decreto flussi è finalmente operativo – denuncia Enrico Azzaro, segretario Uil Lombardia – dai numeri però sono inspiegabilmente mancanti quelli destinati a rispondere all’esigenza dell’assistenza alla persona. Bisogna capire se si tratta di una svista oppure di una scelta ben precisa".

 

 

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