Antonioni inedito negli spot per la nascita de Il Giorno: due chicche scovate su eBay

I due spot proiettati a Trieste al Festival internazionale del cinema "I Mille Occhi", nella splendida cornice del teatro Miela di Daniele Monaco

Enrico Ghezzi  con il direttore del Giorno Giancarlo Mazzuca alla presentazione degli inediti

Enrico Ghezzi con il direttore del Giorno Giancarlo Mazzuca alla presentazione degli inediti

Trieste, 14 settembre 2014 - Michelangelo Antonioni firma gli spot de «Il Giorno» in anteprima mondiale e il pubblico delle grandi occasioni riempie il teatro Miela di Trieste. «Notizie per tutti» e «Il giornale conteso» sono i titoli dei due corti del maestro del cinema italiano girati nel 1956 per il lancio pubblicitario del quotidiano milanese e presentati a «I Mille Occhi», festival internazionale di Cinema e delle arti che si terrà nel capoluogo giuliano fino al 16 settembre. Il primo in bianco e nero, il secondo a colori, i due «caroselli» pensati e proiettati nelle sale cinematografiche dell’epoca sono stati al centro di un dibattito fra il direttore de Il Giorno, Giancarlo Mazzuca, e il critico cinematografico Enrico Ghezzi, anima del programma Rai «Fuori Orario».

«Il ritrovamento di questi due corti ci riempie di soddisfazione e di orgoglio perché parla di due “numeri uno” a braccetto - spiega Mazzuca -. Il fatto che l’editore di allora abbia scomodato un grande regista come Antonioni dimostra quanto fu importante la rivoluzione operata dal Giorno, che divenne da subito l’alternativa al Corriere della Sera».  Due chicche, fra le clip più brevi mai realizzate da Antonioni. «Notizie per tutti» è l’unico film di montaggio, «Il giornale conteso» è l’unica commedia mai realizzata dal cineasta: «Dai visti della censura abbiamo scoperto che all’epoca furono realizzate e distribuite nei cinema 200 copie - spiega Germani, direttore del Festival -, ma queste sono le uniche di cui è sicura l’esistenza. Nessuna filmografia ne reca traccia. Neppure l’Eni, l’ente proprietario del giornale all’epoca, sapeva nulla di questa produzione». I due corti sono stati rinvenuti come aghi nello sterminato pagliaio degli annunci su eBay da un appassionato cinefilo, Alfredo Giuffrida, che li ha segnalati alla Cineteca del Friuli. L’ente li ha acquistati da un inserzionista romano per una cifra inferiore ai 200 euro per poi cederli a Enrico Ghezzi che li passerà in televisione. Il critico cinematografico ha ricordato la sua infanzia: «Mio padre leggeva sempre Il Giorno. Sono rimasto deluso dal fatto che in “Notizie per tutti” non si veda “Il Giorno dei ragazzi”. Ero un appassionato lettore di Cocco Bill di Jacovitti».

Ghezzi ha sottolineato la forte autorialità degli spot, in particolare «Notizie per tutti»: «Questi film sono così antonioniani che potrebbero passare per falsi, ma non lo sono. Chi li ha girati potrebbe essere qualcuno che si fa in quattro per realizzare un filmato di Antonioni. C’è una forte volontà di “essere Antonioni”, ma è più che una buona ipotesi: sono sicuramente suoi. Non c’è nessun giallo». «Le notizie hanno valore se Il Giorno le pubblica», recita il primo spot che ritrae un’esplosione, il volto di una diva, il Parlamento, un disastroso incidente. Poi flash a ripetizione inframezzati da pugili, ospedali, star del cinema. Tutto sempre più veloce: «Notizie per tutti» accompagna lo spettatore nella rivoluzione de Il Giorno «una finestra aperta sull’Italia e sul mondo», il famosissimo claim di allora.  «Il Giorno lanciò nuove sezioni di economia, otto pagine di rotocalco, settori specializzati per la donna e i fumetti per i bambini. Fu un vero giornale della famiglia. Cerchiamo di portare avanti questa tradizione - ha aggiunto Mazzuca -. Il fatto che Antonioni abbia diretto questi spot è un onore, anche perché amava il giornalismo, tanto che realizzò un film intitolato “Professione: reporter”». Dal punto di vista stilistico, Ghezzi sottolinea «l’intelligenza di un documentarismo rivendicato, ma in modo finto. “Notizie per tutti” parla del giornale come un’immagine in movimento in una sorta di fotoreportage, tanto da renderlo quasi astratto.

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