Caso "ovuli rubati", la difesa di Antinori: "Lui un genio, chi lo accusa dice falsità"

Rinviata la sentenza nei confronti del ginecologo, a giudizio per rapina di ovociti e lesioni e per una tentata estorsione

Severino Antinori

Severino Antinori

Milano, 15 gennaio 2018 - L'infermiera spagnola, presunta vittima, secondo l'accusa, di un prelievo forzato di otto ovociti, sarebbe "stata capace di costruire un reticolo di mistificazioni", ha "fregato i pm, la polizia giudiziaria con affermazioni false e calunniose e ha cercato di fregare anche voi giudici". Lo ha detto l'avvocato Carlo Taormina in un passaggio della sua arringa per chiedere l'assoluzione del ginecologo Severino Antinori imputato a Milano per una serie di reati, tra cui rapina di ovociti e lesioni ai danni della giovane nell'aprile 2016, ma anche per un episodio di tentata estorsione ai danni di una coppia di clienti della sua clinica Matris.  L'avvocato Gabriele Maria Vitiello, altro legale di Antinori, ha messo in luce la "forza e la genialità del professor Antinori, lui che ha inventato alcune tecniche" nella fecondazione assistita. 

Nel processo a carico del ginecologo, che finì agli arresti domiciliari nell'aprile del 2016, "l'aspetto centrale - ha chiarito l'avvocato Taormina - è la non attendibilità della presunta vittima, oltre alle indagini dei pm che sono state molto carenti e saltellanti". L'altro difensore ha parlato anche di un "pregiudizio enorme contro Antinori che caratterizza tutto il processo". Taormina non ha risparmiato gli attacchi alla giovane spagnola, parte civile nel processo: "Non so chi l'abbia spinta - ha detto - e non lo voglio sapere, credo ci sia qualcosa di oscuro, ma forse non lo sapremo mai". E ha raccontato che la  giovane "aveva avuto dei rapporti intimi con Antinori a Siviglia". Nel novembre scorso il gip di Milano Luigi Gargiulo aveva disposto l'imputazione coatta cer calunnia nei confronti dell'infermiera spagnola, decisione seguita alla denuncia presentata dai difensori di Antinori. Contro questa decisione, però, la Procura ha presentato ricorso in Cassazione. Per due dipendenti della clinica, la Procura ha chiesto una condanna, rispettivamente, a 6 anni di carcere e 2.000 euro di multa, e a 5 anni di carcere e 1.800 euro di multa, mentre per l'anestesista la pena richiesta è stata di 5 anni di carcere e 1.800 euro di multa.

È prevista per il prossimo 15 febbraio la sentenza per il ginecologo e altri quattro imputati. Per Antinori, la Procura ha chiesto una condanna a 9 anni di carcere, mentre per i due dipendenti della clinica Matris, i pm hanno chiesto condanne rispettivamente a 6 anni e a 5 anni di carcere, e per l'anestesista la pena richiesta è stata di 5 anni di carcere. I pm Maura Ripamonti e Leonardo Lesti hanno proposto anche una condanna a 5 anni di reclusione per Gianni Carabetta, coimputato di Antinori in un episodio di presunta tentata estorsione. Oggi i legali del ginecologo hanno chiesto per lui l'assoluzione da tutti i capi di imputazione. 

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