Anoressia, casi aumentati del 25%

Annalisa Mascheroni dell’Asst Melegnano-Martesana: "Con il lockdown fenomeno esploso tra gli adolescenti"

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CERNUSCO

di Barbara Calderola

In corsia c’è anche un bambino di 11 anni. Ha problemi di anoressia. Non è un caso isolato, purtroppo. Con lui ci sono altre cinque ragazzine poco più grandi, di 14. Sono tutti ossessionati dal cibo. O non mangiano, o mangiano e vomitano. "Ma non sono capricci. Questi comportamenti sono la spia del dolore vissuto dai nostri figli. Non vanno ignorati, ma curati". Annalisa Mascheroni è responsabile di Dietologia e Nutrizione clinica dell’Asst Melegnano-Martesana, il reparto è a Vizzolo ma qui arrivano adolescenti da tutto il territorio.

"Con il lockdown i casi sono esplosi. Oggi abbiamo in cura 200 pazienti, negli ultimi sei mesi sono aumentati del 25% – racconta la primaria –. È una vera emergenza davanti alla quale non possiamo chiudere gli occhi. La recente legge della Regione in materia ci aiuta a focalizzare sul fenomeno e a mettere ordine nel settore".

"Come per le altre malattie, la diagnosi precoce aumenta la possibilità di riuscita e il percorso per guarire è meno faticoso. Negli anni abbiamo messo a punto un approccio multidisciplinare fra medico, nutrizionista e psicologo, per affrontare i singoli aspetti di ogni caso. La cura è personalizzata, un abito tagliato su misura perché se manifestazioni e origini sono le stesse, non si può prescindere dalla peculiarità individuale – aggiunge –. La predisposizione ha un ruolo chiave, ma ci sono fattori contingenti che possono fare esplodere il problema. L’isolamento da virus è uno di questi, il più grave. I ragazzi non fanno sport e non vanno a scuola, non escono. La loro vita di relazione è inesistente. L’effetto delle chiusure sulla quotidianità è devastante".

Paura, scarsa autostima, prima riguardavano solo le femmine, oggi invece coinvolgono anche i coetanei. Anche se il rapporto resta 8 a 2, l’esordio dei maschi è senza dubbio uno dei cambiamenti più vistosi. L’altro è l’età in cui si manifesta il disagio: sempre più bassa".

Nel cammino per uscire dal tunnel la famiglia gioca un ruolo essenziale: "Viene sempre coinvolta, i genitori possono cogliere i campanelli d’allarme". Fra i quali alcuni vistosi: "Il cambio di abitudini alimentari, a partire dal rifiuto di molti cibi e il contemporaneo aumento dell’attività fisica, a volte in forma molto marcata – spiega la specialista –. Prima si interviene e meglio è, ma non a caso e tantomeno con azioni punitive. Bisogna rivolgersi ai centri competenti. La nuova legge serve anche a metterli a fuoco. Il nostro è uno di questi".

L’Asst ha dedicato un numero di telefono al primo contatto che indirizza nel posto giusto: 02 98052729, attivo da lunedì a venerdì dalle 13 alle 14.

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