"Ancora troppe limitazioni in un settore già massacrato"

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Un segnale di ritrovata normalità: la fila fuori dãll’Hollywood per riuscire ad entrare. "Ma un buon 30% è dovuto rimanere fuori per i limiti in vigore" spiega Alberto Baldaccini, socio della discoteca Hollywood (oltre che di The Club e di Just Cavalli) e consigliere Epam. Con la capienza ridotta alla metà, circa 250 presenze hanno potuto scatenarsi ai ritmi della musica commerciale nel locale glamour di corso Como.

Che bilancio può fare del weekend appena trascorso?

"Complessivamente il risultato è stato produttivo. La voglia di ballare fra il nostro pubblico non è scomparsa. Tuttavia le limitazioni sono troppo pesanti per la ripresa del settore che in questi due anni è stato ’massacrato’".

Fra i vari adempimenti quali sono i più limitanti?

"La capienza ridotta alla metà riduce automaticamente gli incassi, ancora sotto fra 50% e 60% rispetto all’era pre-Covid. Oggi non è più neppure possibile la turnazione. Anche l’obbligo di consumo al tavolo è una criticità comportando l’assunzione di maggiore personale. Difficile far applicare la distanza interpersonale di almeno 2 metri quando si balla: è una norma che appare distonica rispetto al senso comune e non tutti riescono ad assimilarla. Ci aspettavamo che con la riduzione della pressione ospedaliera le restrizioni si sarebbero adattate di conseguenza come hanno già fatto o faranno presto Spagna, Francia, Danimarca, Gran Bretagna. Invece il nostro Paese continua a seguire un approccio chiusurista. Con danni anche per il turismo".

In che senso?

"Soprattutto il pubblico più giovane interessato al clubbing è più attratto da Barcellona o Londra".

Dunque che fare?

"Archiviare le misure più restrittive. Per dare ossigeno servono sostegni alle imprese. E un altro nodo è la cassa integrazione per i dipendenti che da noi sono 25. E poi vogliamo la garanzia che non ci saranno più chiusure. Solo chi l’ha provato sulla propria pelle può capire quanto sia devastante da un punto di vista finanziario e anche psicologico lavorare in un settore che può essere spento come un interruttore da un giorno all’altro". A.L.

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