Ancora spaccio e degrado "Dove sono le istituzioni?"

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di Marianna Vazzana

Sindaco, governatore della Regione, presidente di Aler, prefetto, assessori, presidente del Municipio 6. Le loro sagome di cartone sono state sistemate attorno a un tavolo, ieri, in via Gola: questo il flash mob organizzato dai cittadini di “Occupiamoci di via Gola“ che alle istituzioni chiedono a gran voce "il Tavolo interistituzionale promesso per definire insieme il progetto di rilancio del quartiere" a ridosso del Naviglio Pavese, messo in ginocchio da spaccio e occupazioni abusive. "Richiamiamo le istituzioni perché Comune e Regione presero un impegno a giugno del 2019: quello di costruire, appunto, un Tavolo coinvolgendo gli abitanti e le realtà presenti sul territorio. Dov’è? Lo abbiamo creato noi, simbolicamente". Anche il restyling della strada, peraltro, "si è arenato". Lo scorso settembre era stata completata la riqualificazione tra le vie Segantini e Pichi con la sistemazione dei marciapiedi in pietra di beola, interventi di sicurezza stradale con rialzi dei passaggi pedonali e allargamenti degli spazi pedonali con la predisposizione di zone per la piantumazione di alberi e verde. "Ora manca il tratto fino all’Alzaia del Naviglio", da realizzare privato a scomputo oneri per interventi edilizi. Ieri i cittadini si sono presentati a ritmo di musica al tavolo montato in strada, mimando il gesto di consegnare alle istituzioni le loro istanze.

Oltre alla richiesta principale ("un Tavolo finalizzato alla sottoscrizione di un protocollo per la rigenerazione del quartiere"), i desideri sono "il rispetto della vocazione popolare della zona e il mantenimento della proprietà pubblica dei caseggiati Gola-Pichi-Borsi" ma anche un "percorso per esaminare le singole occupazioni senza titolo, con particolare riferimento a persone e famiglie in condizione di fragilità". Ancora, "contrasto alla criminalità e al racket delle case", "riqualificazione degli immobili e degli spazi comuni e azioni di accompagnamento alla popolazione", "rafforzamento dei presìdi sociali", senza dimenticare di "informare la cittadinanza sul piano di sviluppo del quartiere".

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